Il “già” del regno

Pubblicato il 25-01-2021

di Giuseppe Pollano

Tutti i “verbi” relativi a Dio che ritroviamo nel Magni­ficat sembrano prospet­tare un futuro diverso dall’oggi, ma non dobbiamo pensare che questo accadrà ad un certo punto con un magnifico miracolo di cui saremo spettatori. La storia è già salvata. Chi in realtà polverizza i superbi, rovescia i potenti, ri­manda vuoti i ricchi? Gli opera­tori del Vangelo e gli operatori di giustizia, equità, verità e amore.

La storia è piena di santi che hanno fatto questo. Prima di tutto mettendosi in condizione di grande libertà: entusiasti del Signore, non avevano cose che li trattenevano, e perciò erano libe­ri di compiere tutte queste azioni. La storia del cattolicesimo, per esempio, è piena di santi che hanno affrontato i potenti non da potenti, come ha fatto Gesù. Em­blematica la sua risposta a Pilato (cfr Gv 18,36).

Maria ci stimola a domandarci se la nostra libertà è tale da darci il coraggio di rinfacciare l’arrogan­za e la superbia; se le affrontiamo, come Gesù, con la mitezza; se il nostro stile di vita, è fare in modo che qualche umile sia innalzato, che qualche ricco se ne vada a mani vuote, che qualche affamato sia ricolmato di beni.

L’egoismo ci porta a pensare di aver sempre già fatto troppo per gli altri, invece c’è uno sterminato campo di impegno quotidiano vicino a noi e nel mondo.

Il nostro compito è non lasciare le persone nell’iniquità. Solo la preghiera ci aiuta ad assumere pienamente questo stile di vita, a vivere la mistica sociale.

Da incontri all’Arsenale della Pace

NP Novembre 2020

Giuseppe Pollano

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