Il Kazakistan: Il Paese dell’allegria

Pubblicato il 10-08-2012

di sandro

di Sandro Calvani - Il Kazakistan sta per diventare uno dei primi produttori al mondo di petrolio. In una chiacchierata con una mia collega l’ho sentita dire che il suo Paese, il Kazakistan, è il più allegro al mondo. Mi sono subito venute in mente le danze cosacche in un continuo crescendo di vivacità. Mentre le Nazioni Unite e l’OECD (Organization for Economic Cooperation and Development, organismo internazionale con sede a Parigi che promuove l’espansione economica, l’occupazione e la stabilità finanziaria, n.d.r.) stanno ancora cercando i modi giusti per misurare il progresso dei popoli, migliorare la felicità dei cittadini è divenuta certo una sfida importante quanto il buon governo e la lotta alla povertà. E davvero i kazaki, come molti degli altri cosacchi dell’Asia Centrale, sono gente allegra e anche piuttosto fortunata per quanto riguarda la terra dove vivono. Il Kazakistan è il più grande e il più ricco tra i quattro nuovi Stan Countries, cioè le nazioni divenute indipendenti dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica. Grazie a oltre 130 miliardi di dollari di prodotto nazionale lordo – dovuto alle grandi risorse naturali del Paese – il reddito pro-capite supera i 10.000 dollari l’anno. Una superficie totale di oltre 2,7 milioni di chilometri quadrati (nove volte l’Italia) ha le dimensioni dell’Europa occidentale. Il territorio è dunque molto vario, ricco di montagne e steppe con un clima di tipo europeo in alcune regioni e siberiano in altre. I kazaki sono solo 15 milioni di persone (5,5 per chilometro quadrato, una tra le densità di popolazione più basse dell’Asia).

In Kazakistan vivono persone provenienti da oltre 100 nazioni, infatti solo il 53% sono di etnia kazaka e vi sono grandi gruppi di russi, uzbeki, uiguri, ucraini, tartari e tedeschi. Le relazioni tra i diversi gruppi etnici sono di grande tolleranza, tutti i gruppi vivono in pace tra loro e sono ugualmente protetti dallo Stato. I kazaki vivono per circa il 60% in aree urbane, dediti ad attività di sviluppo industriale ed ai servizi. Il Paese, molto ricco di petrolio e giacimenti minerari, ha raggiunto un alto livello di alfabetizzazione, il 98,8%, con un buon livello di istruzione universitaria. La base spaziale di Baikonur (nota anche come Tyuratam), che si trova al centro del Paese e che fu costruita dai sovietici durante la grande corsa allo spazio, è la più antica al mondo e ancora oggi è motivo di grande orgoglio nazionale e rappresenta una tra i migliori impianti al mondo per il lancio di satelliti. I settantaquattro anni di ateismo ufficiale imposti dal regime comunista sovietico hanno, di fatto, allontanato molta gente dalle fedi religiose, che oggi stanno rifiorendo, soprattutto tra i musulmani, gli ortodossi russi, e i protestanti.

Le recenti elezioni politiche hanno riconfermato la maggioranza dei voti (oltre l’80%) al presidente Nursultan Nazarbayev anche se gli osservatori hanno espresso dubbi sull’autenticità di una maggioranza così pesante. Nazarbayev mantiene il potere dal 1989, due anni prima dell’indipendenza dall’Unione Sovietica, quando era segretario del partito comunista. Anche sua figlia Dariga Nazarbayeva è impegnata in politica e possiede diversi media tra cui emittenti televisive e radiofoniche. Leggi speciali di controllo della libertà di opinione e di stampa limitano le possibilità di dibattito politico, di critica e perfino di informazione sugli interessi finanziari del presidente e della sua famiglia. Un presidente di lungo corso, con una forte tendenza a creare un culto della personalità, non è però un fatto raro nelle repubbliche ex-sovietiche, dove la protesta popolare contro una democrazia a sviluppo lento non è né forte né frequente. La gente sembra più interessata alla trasformazione economica in sistema di mercato che non a quella politica. È forse un effetto collaterale di più di 40 miliardi di dollari investiti in Kazakistan da imprese estere di cui circa la metà provengono dagli Stati Uniti. La maggior parte degli investimenti è stata indirizzata al settore petrolifero che sfrutta i grandi giacimenti nel Mar Caspio.

Le stime di estrazione indicano che il Kazakistan sarà in grado di produrre 3 milioni di barili di petrolio al giorno entro il 2015, un risultato che lo metterebbe tra i primi produttori al mondo. La gente e il governo kazako sono molto orgogliosi dei loro forti tassi di sviluppo che in alcuni anni recenti sono arrivati vicini al 10%. Una manifestazione di tale forte senso di orgoglio nazionale è la bella nuova capitale nazionale, la città di Astana, costruita per sostituire la vecchia capitale Almaty. Sul piano dello sviluppo sociale il Paese ha già raggiunto gli obiettivi di sviluppo del millennio delle Nazioni Unite (MDGs dall’abbreviazione in inglese) proposti per il 2015 e ha già avviato un programma chiamato MDG Plus che cerca di consolidare i risultati raggiunti e ottenere ulteriori miglioramenti come la salute pubblica per tutti e maggiore uguaglianza per le donne.

Il nuovo obiettivo a medio termine è di entrare a far parte dei 50 Paesi più sviluppati entro il 2024 e divenire così un leader o un modello di buon sviluppo e buon governo per tutta la regione dell’Asia centrale. In questa prospettiva la sfida più importante è quella di ridurre il divario tra i più ricchi ed i più poveri e le forti disparità tra una regione e l’altra non solo in termini di reddito, ma anche in termini di accesso ai servizi pubblici, compreso l’accesso alla giustizia, alla salute, alla protezione e rispetto dei diritti umani, ed un forte miglioramento delle condizioni di gestione ambientale. La rapida crescita economica ha, infatti, portato con sé una maggior vulnerabilità delle fasce più povere soprattutto per l’aumento dei prezzi dei generi di prima necessità e di servizi come acqua potabile e servizi sociali, che a volte sono cresciuti in modo esagerato e incontrollato anche a causa della presenza di gruppi di potere e di interesse particolare che sfuggono al controllo dello Stato. Tra i gruppi sociali che maggiormente rischiano una povertà cronica ci sono i disoccupati e i lavoratori autonomi, e tra essi soprattutto le donne.

Il governo e gli organi internazionali di cooperazione economica hanno riconosciuto tre ostacoli principali per la crescita equa e sostenibile: un quadro normativo e giuridico per la conduzione degli affari pubblici poco trasparente e prevedibile, un’insufficiente conoscenza delle possibilità di attività economiche tra le fasce povere della popolazione ed una scarsa disponibilità di credito per l’avvio di nuove piccole imprese. Per questo si cerca di dare sempre più attenzione e facilitazioni alle piccole e medie imprese. C’è molto lavoro da fare per garantire a tutti il diritto alla salute e la sicurezza alimentare, con particolare attenzione alla sopravvivenza dei bambini fino a cinque anni di età, la salute riproduttiva, compresa la salute materna, la prevenzione di malattie non trasmissibili, causate dallo stile di vita, la lotta contro l’AIDS e la tubercolosi, questi ultimi temi di maggior insuccesso e preoccupazione. L’accesso per tutti all’acqua potabile potrebbe risolvere molti dei problemi di salute pubblica che affronta il Paese soprattutto in aree rurali. Il tasso di mortalità infantile, denunciato dall’Unicef, di 70 morti ogni 100.000 nati vivi, rimane più alto della media dei Paesi di medio reddito. Più giustizia e meno povertà, una democrazia più partecipata e trasparente sarebbero certo portatori di ancor maggiore allegria al fortunato Paese dei kazaki.

Persone, fatti e numeri per Orientarsi – tratto da Nuovo Progetto

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