Il Papa dei CINESI

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro


1 parte ] [ 2 parte ]

 Padre Bernardo Cervellera, direttore dell’agenzia AsiaNews (specializzata su Cina e Asia) nel suo recente saggio-reportage “Missione Cina, Viaggio nell’Impero tra mercato e repressione” Ed. Ancora, ha tracciato un panorama a tinte chiaroscurali sulla situazione del cristianesimo in Cina: se da una parte vi è repressione, controllo, arresti arbitrari, dall’altra vi è un fermento religioso impressionante nelle città, in particolare nelle università: “Si assiste a numerose conversioni tra le fila di intellettuali e professionisti, cioè di persone ben collocate all’interno della società” afferma Cervellera.

Il cristianesimo suscita grande interesse nel mondo intellettuale cinese perché viene visto come l’unica possibilità per garantire i diritti dell’individuo. Ancora. Anche l’ideale cristiano di amare e servire gli altri, presente in origine nel comunismo svela il missionario-giornalista viene fortemente valorizzato nella cultura cinese, in contrasto con la degenerazione compiuta dalla classe dirigente comunista che l’ha trasformato nel suo opposto: usare il popolo per ottenere il proprio potere e arricchimento personale.

Ora: forse sarà troppo azzardare l’ipotesi che la leadership di Pechino mantenga sotto pressione la situazione religiosa del Paese perché sa che l’anelito spirituale dell’uomo è capace di smuovere le montagne, e quindi anche di provocare scosse devastanti nel grande gigante cinese? E in particolare: la bieca chiusura alla Chiesa cattolica - al limite del ridicolo a tal punto che la Cina è stato l’unico grande Paese al mondo a non aver inviato una delegazione ufficiale ai funerali di Giovanni Paolo II - non nasconde il timore che si sia troppo deboli per confrontarsi liberamente con la forza povera del cristianesimo?

Oggi la Cina nasconde dietro il problema Taiwan (riconosciuto dal Vaticano, ma ai minimi termini) e l’interferenza negli affari interni cinesi (così viene qualificata la nomina dei vescovi da Roma) la paura di aprirsi veramente a una società libera, aperta, democratica.

Un acuto osservatore della situazione religiosa cinese, padre Gianni Criveller, missionario del PIME di stanza ad Hong Kong, ha definito una fumosa barriera nei confronti della Santa Sede la solita ripetizione di Pechino della duplice questione di Taiwan e degli affari interni in occasione dell’elezione di Benedetto XVI per ristabilire relazioni diplomatiche. Anzi, ha scandito a chiare lettere che a suo giudizio queste sono secondarie rispetto alla missione tout court. Io penso che la diplomazia possa essere un utile strumento, ma non è essenziale alla missione religiosa e spirituale della Chiesa ha scritto Criveller in un commento per AsiaNews. La Chiesa cinese è sopravvissuta anche senza rapporti diplomatici e io non vedo l’urgenza di cercarli ad ogni costo.

Quello che per il bene dei cristiani cinesi oggi è essenziale - secondo Criveller - è altro: Dobbiamo sostenere vescovi, sacerdoti, suore, seminaristi e fedeli dal punto di vista pastorale e spirituale in un periodo così delicato in cui l’autorità della Chiesa passa da una generazione anziana a una più giovane afferma il missionario. E soprattutto aiutare la Chiesa in Cina ad affrontare le sfide insidiose della modernizzazione e della secolarizzazione, verso cui la Cina stessa sta pagando un alto prezzo.

E il fatto che il nuovo Papa Ratzinger si sia voluto chiamare con il nome di quel pontefice che scrisse l’enciclica Maximum illud, vero manifesto missionario ad gentes, guarda caso con un occhio particolare alla Cina e alla Chiesa di là, può essere proprio uno di quei segni dei tempi che il Concilio Vaticano II ha fatto riscoprire alla comunità dei credenti in Cristo.

di Lorenzo Fazzini
da Nuovo Progetto maggio 2005

Altri contributi:
CINA: l’impero di mezzo

 

 

 

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok