IL PRANZO DEI POPOLI

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro


   
Si è aperto oggi a Roma il Summit mondiale sull'alimentazione: "cinque anni dopo" organizzato dalla Fao (l'agenzia dell'Onu per l'alimentazione e l'agricoltura) per fare il punto e fissare nuovi obiettivi nella lotta alla fame nel mondo.
Proviamo ad evidenziare alcuni punti anche noi…

La F.A.O. (Food and Agriculture Organization - l'organizzazione delle Nazioni Unite con il mandato di combattere la denutrizione nel mondo, migliorare le condizioni di vita e l'agricoltura tra le popolazioni povere) ha aperto oggi a Roma il VERTICE MONDIALE SULL'ALIMENTAZIONE che si concluderà giovedì 13 giugno e a cui prenderanno parte i leader e le delegazioni di più di 180 paesi. 
   Il primo Vertice mondiale sull'alimentazione (1996) si chiuse con la Dichiarazione di Roma, che proclamava ''il diritto di ogni persona ad avere accesso ad alimenti sani e nutrienti'' e con il Piano di azione che si prefiggeva di dimezzare il numero delle persone affamate entro il 2015. Tale obiettivo - per ammissione dello stesso direttore generale della FAO, Jacques Diouf, non sara' raggiunto; l'insufficienza dei progressi realizzati ha reso dunque pressante la necessità di rincontrarsi, nel tentativo di rilanciare il processo di sradicamento della fame nel mondo.

Contemporaneamente al summit FAO si sta svolgendo un Forum parallelo promosso dalle organizzazioni non governative.

 
 
Alcuni dati da conoscere…

Nel mondo:
  • 826 milioni di persone sono sottonutrite (ONU, 2001)
  • ogni giorno 36.600 bambini muoiono di fame (FAO 2002)
  • ogni 3 secondi e mezzo 1 persona muore di fame (FAO 2002)
  • In Etiopia, in media, ogni persona può utilizzare solo 5 litri di acqua al giorno; l'ONU indica in 25 litri la soglia minima per una decente sopravvivenza
  • i poveri che sopravvivono con meno di un dollaro al giorno si stimano in 1,2 miliardi ed è la stessa cifra del 1980.
  • coloro che vivono con la somma "sontuosa" di due dollari al giorno sono invece 2,8 miliardi (stime della BANCA MONDIALE, non precisamente un organismo "contestatario")

    inoltre, la stessa Banca Mondiale calcola che:

  • il rapporto tra il reddito globale dei paesi sviluppati e quello dei paesi poveri era di 3 a 1 nel 1820, di 35 a 1 nel 1950, di 44 a 1 nel 1973, di 73 a 1 nel 1992
  • il rapporto tra il 20% più ricco ed il 20% più povero della popolazione mondiale, che negli anni 60 era di 30 a 1 (già un bel rapporto…), nel 2.000 si ritiene abbia superato il 90 a 1, che tradotto significa: un miliardo e due di persone che hanno 90 e un miliardo e due di persone (al fondo della scala…) che hanno uno.

     

    infine, ma si potrebbe proseguire…

  • l'IFPRI (International Food Policy Research Institute - l'istituto di ricerche sull'alimentazione con sede a New York) nel rapporto "2020 global food outlook", avverte che nel 2020 ci saranno:
  • 1 miliardo e 300 milioni di persone che soffrono la fame, con un reddito di meno di 1 euro al giorno;
  • 150 milioni di bambini denutriti, ovvero un bambino su 4 (di cui 40 milioni in Africa subsahariana)

     

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    un'altra "portata" di dati…

  • 474 milioni di dollari è quanto la FAO investe ogni anno negli stipendi dei suoi 3.500 dipendenti; su 1.234 milioni di dollari incassati più della metà vanno in gestione dell'organizzazione (stipendi, informazione, divulgazione…)
  • nel 1998 i paesi dell'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) hanno investito 51 miliardi di dollari in ricerche finalizzate alla difesa militare (ONU, 2001)
  • un agricoltore statunitense riceve, come sovvenzioni statali, 29.000 dollari l'anno, pari a 100 volte il reddito medio di un agricoltore filippino
  • gli Stati Uniti impongono sulle noccioline dazi del 164%, massacrando così le esportazioni dall'Uganda
  • se USA ed Europa, che ammoniscono spesso i paesi poveri ad entrare nel "libero mercato", liberalizzassero davvero l'agricoltura, i paesi poveri esporterebbero subito cibo per oltre 100 miliardi di euro, cioè guadagnerebbero il doppio degli aiuti che i paesi ricchi girano loro, borbottando… (fonte Oxfam - La Stampa 7/6/02).
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    Recentemente Kizito Sesana - missionario in Kenya - ci raccontava, tra l'altro, della grande impressione suscitatagli da un editoriale dell'Economist (la rivista settimanale espressione del capitalismo inglese) in quanto esordiva pressappoco così: "quello del crescente divario tra ricchi e poveri è oggi il principale problema politico, etico ed economico; è il problema con cui il nuovo secolo si deve confrontare".
    Se l'hanno capito loro - affermava Kizito - significa che è una cosa di grande evidenza".

     
     


    E' davvero questo il problema
    del nostro secolo, ed a questo problema dobbiamo trovare una soluzione: è una questione decisiva, per tutti. Le crisi e le violenze del nostro tempo esistono perché a questa domanda stiamo dando delle risposte sbagliate. Non ci stiamo muovendo verso la giustizia, verso la pace, ma stiamo dando delle risposte basate sulla paura e sulla prevaricazione.

    Per approfondire:

  • Sito della FAO

     







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