Il vento e la vela

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro


Quando ero piccolo pensavo che la Chiesa fosse una grande vela spinta dal soffio dello Spirito...

di Ernesto Olivero

Quando ero piccolo pensavo che la Chiesa fosse una grande vela spinta dal soffio dello Spirito ad annunciare a noi, donne e uomini di tutto il mondo, che Dio c’era, che ci amava, che ci aveva regalato suo figlio. Gesù con un grande atto di amore si era lasciato uccidere per noi soffrendo moltissimo e dopo tre giorni era risorto. Molti lo avevano visto e potevano testimoniare che era vivo. Da piccolo ero sicuro che la vela avanzava perché tutti i sacrifici che poteva fare un bimbo, tutte le rinunce e le preghiere che potevano fare le donne e gli uomini, diventavano forza e vento.

Da piccolo la pensavo così e anche ora continuo a pensarla così: quando riesco a perdonare, quando non spreco perché altri possano avere, quando prego, quando faccio qualsiasi atto di amore, io soffio su questa vela. Continuo a credere che bisogna rafforzare il soffio con sacrifici e atti di amore, perché il male soffia anche lui. Il male corrompe, il male confonde e col passare del tempo mi sono accorto che la lotta è durissima.
Certo, la ragione insieme alla fede mi assicurano che Dio non perderà mai, che Gesù è assolutamente credibile, che le sue parole “le forze del male non prevarranno” sono certe. Ma quanto male, quanta superbia e sporcizia intorno a noi! Dobbiamo vigilare, perché vigilare è un segno di saggezza. Vorrei che la comunità mi aiutasse a ravvedermi quando sbaglio, ma vorrei anche che quando intuisco o dico qualcosa di buono grazie a Dio, questo fosse ascoltato, fosse realizzato.

Vorrei che tutto concorresse a far avanzare la vela che porta la Verità. Ma avanza se io banchiere cristiano porto avanti una finanza etica; se io musicista con la mia musica avvicino l’uomo a Dio e non ai sensi più bassi; se io scienziato metto il mio ingegno a servizio della vita e non della morte; se io politico “faccio gli affari degli altri e non gli affari miei”. C’è bisogno di cristianesimo che ci porti a Dio. Non possiamo ignorare che tanta gente ci vede attraverso gli scandali, veri o presunti, di cento, duecento, mille anni fa o di oggi. Nonostante questo, continuo a credere che solo chi vive l’amore può fare la vera rivoluzione. E l’amore più alto, più vero, più convincente è quello che crea vita per l’altro. Non è una favola l’insegnamento del Vangelo che ci spinge a dar da mangiare all’affamato, curare l’ammalato, accogliere lo straniero, visitare il carcerato, lavorare per la pace e la giustizia.

Sono convinto che le diversità possono essere una ricchezza, l’imbroglio e l’inganno mai. Sono convinto che la dialettica sia un bene per la convivenza e la democrazia, ma l’insulto e il pensare male a priori, no. Sono convinto che stiamo andando verso un periodo di una violenza e di un caos inauditi, ma non siamo ancora al domani, siamo nell’oggi: se tutti facciamo un passo indietro per riflettere, faremo di questo momento molto difficile l’inizio di un gran momento.
Oggi solo l’amore, quello vero, può aiutare l’uomo a entrare nel suo destino di umanità e di eternità.

 

 

 

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