In ricordo di Carlo Maria Giulini

Una decina di giorni prima del concerto, il Maestro venne a Torino per le prove (foto all'Arsenale della Pace). Gli avevo regalato alcuni dei nostri libri perché potesse conoscerci meglio ed ebbi la sorpresa di scoprirlo attento, emozionato di quanto andava conoscendo. Ogni giorno mi invitava a pranzo per dialogare con me.

Le sue domande mi rivelavano una profonda religiosità e un cuore di bambino, caratteristiche che non avrei mai immaginato di trovare in un uomo come lui. Si stupiva e si commuoveva quando gli raccontavo dei miei incontri in carcere o dei bambini di strada, dei drammi del sottosviluppo e della Provvidenza che aiutava l’Arsenale a crescere. Ma il sigillo del nostro incontro fu la sua generosità. Alla vigilia del grande concerto che si sarebbe tenuto il 26 luglio, mi chiamò per comunicarmi che aveva disposto di devolvere a noi l'importo pattuito con la Rai per la sua partecipazione. E non accettò ringraziamenti.

Al grande concerto all’Auditorium del Lingotto di Torino pieno in ogni ordine di posti, malgrado fossimo in piena estate, tutti vivemmo un emozione indimenticabile. Alla musica il Maestro Giulini aveva affidato il suo atto d’amore per i più poveri. E non l’aveva fatto per la pubblicità di una sera, ma per donare se stesso attraverso di noi a molti che non avevano di che vivere. Sono convinto che la sua rettitudine l’abbia preceduto in cielo e che lì siano stati in tanti a ringraziarlo anche a nome nostro.