José Luiz Carvalho

Pubblicato il 17-07-2018

di Simone Bernardi

di Simone Bernardi - Sul tavolo ho un mazzetto di fogli di carta, di varie dimensioni, strappati da un quaderno a spirale, da una vecchia agendina o recuperati dallo schedario di qualche biblioteca. Carta diversa, stessa calligrafia, redazioni brevi. Ne riporto una: «Per salvarci / c’è bisogno che la bontà / ci disarmi per intero / e non per la metà» 17 febbraio 2018.

L’autore, José Luiz Carvalho, me l’ha regalata il giorno stesso, “sequestrandomi” per tre minuti mentre attraversavo il cortile dell’Arsenale (non per una passeggiata). José è come se programmasse di cogliermi di sospresa e quando ci riesce (praticamente sempre) mi interpella su un certo argomento come se stessimo parlando di quello da ore. Lui è così, sin da quando gli ho parlato la prima volta, credo che fosse nel 2015, in uno dei suoi primi passaggi come ospite dell’Arsenale della Speranza.

E io mi scopro ad annuire, come se stessimo parlando di quello da ore, anche se tante volte, lo confesso, è cortesia e un po’ strategia, per sopravvivere. Queste “interruzioni” non sono mai senza frutto, perchè ho modo di imparare qualche significato di parole Tupi, la lingua dei nativi, della loro influenza sul portoghese brasiliano. L’argomento che più gli interessa è senza dubbio la poesia, in tutte le sue forme: I Lusiadi (Os Lusíadas, in portoghese), poema di Luís de Camões che esalta il popolo portoghese narrando le scoperte di Vasco de Gama, è un po’ la sua ossessione. Uno dei sogni di José (quello su cui lavora da più tempo) è di scrivere la storia del Brasile in versi, sul modello dei Lusiadi, ma demistificando la storia dei portoghesi, una sorta di sabotaggio contro il vecchio colonizzatore. Ha già un titolo: “I brasiliani” ed un sottotitolo: “Il lato B delle conquiste portoghesi all’epoca delle grandi navigazioni”. La sua previsione è di scrivere questa “epopea” in dieci o dodici libri. José ha 55 anni e sta terminando, sono parole sue, di scrivere le 160 strofe del primo volume.

Dentro di me sento che le mie previsioni su questo suo ambizioso sogno non sono così rosee come le sue o, forse, si sono già avverate. Ogni volta che mi incontra me ne affida un pezzetto: sono tutti i fogli che mi ha regalato, uno ad uno, consegnandomeli come se fossero foglie secche alla ricerca di un albero che gli dia radici, sostanza, forma e soprattutto un’amicizia che lo aiuti ad amare anche quella metà di sé non ancora disarmata.

Se volete vedere José “in movimento” o leggere alcuni dei suoi versi, cercate “Projeto Olhe | José Luiz” su YouTube o date un’occhiata alla sua pagina www.facebook.com/jose.luizcarvalho.73

Simone Bernardi
OBRIGADO
Rubrica di NUOVO PROGETTO

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