Keb’ Mo

Pubblicato il 10-08-2011

di gianni

Keb' MoKeb’ Mo, un ragazzo nero... con un dobro...che suona il blues.

  di Gianni Giletti

 
 
 
Niente di più scontato e ovvio; invece il disco che si sente (Keb’ Mo - 1994 Okeh/Epic) è davvero qualcosa di speciale. Naturalmente tutto rientra nelle sacre 12 battute del blues, ma l’aria che si respira tra i solchi è di grande intensità e suggestione.
 
 
Tutto merito di questo Keb’ Mo, (vero nome Kevin Moore) che, al suo primo disco, riesce a rendere ancora una volta nuove le storie di tutti i giorni. Usando chitarra, armonica e voce da grande artista - in particolare evidenza le sue qualità di chitarrista slide - costruisce un blues a volte spensierato, a volte notturno, a volte malinconico ma mai banale. In particolare la traccia 1 “Every morning” si distingue per il suo riff molto incisivo - un pugno di note attorno alle quali ruota l’intera canzone - e la traccia 6 “Anybody seen my girl ” che si segnala per la sua costruzione armonica particolarmente originale.
 
 
La cosa che colpisce di più di questo lavoro è il riuscire da parte dell’autore (che scrive 11 delle 13 canzoni) a tenere unita la tradizione del blues con gli sviluppi stilistici degli ultimi anni - per capire cosa intendo, provate a reperire il disco di Chris Whitley “Living with the law” e i primi lavori di Robert Cray. In una parola questo disco piacerà a coloro che amano il blues più acustico, meno rock e più folk con qualche venatura di country.
 
Gianni Giletti  
 
 
 
 
 
 

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok