L’uomo della seconda possibilità

Pubblicato il 23-03-2024

di Max Laudadio

La storia di Diego: fare impresa tenendo insieme valori e conti

Pochi giorni fa ho accettato l’invito a pranzo di una persona che non conoscevo bene, o meglio, oggi posso dire che quello che sapevo di lui era semplicemente il frutto di facili conclusioni date da una relazione casuale, priva di un qualsiasi approfondimento. Diego me l’ha presentato un amico e, senza aver speso troppe parole con lui, ha finanziato un progetto della mia Associazione. È un imprenditore e come tale ho pensato lo facesse più per pubblicità che per una qualsiasi spinta sociale. Ma mi sbagliavo.

Non so il vero motivo che mi ha fatto accettare il suo invito, anche perché difficilmente partecipo a incontri con aziende che non abbiano finalità filantropiche ben dichiarate. Purtroppo il mio lavoro spesso è un’attrazione fatale per chi ama sfruttare l’occasione di avere un inviato di Striscia nei propri uffici, anche solo per pavoneggiarsi di un’amicizia che magari è rappresentata da una fotografia scattata casualmente sotto il loro logo. Sta di fatto che questa volta non posso che considerare l’incontro con Diego l’ennesima “Dioincidenza”. Lui mi ha ricevuto nel suo ufficio all’interno di uno dei tanti magazzini che compongono il suo impero. Perché di questo si tratta. La sua azienda si occupa di pulizie per le grandi imprese, ma anche di vendita di tutto ciò che necessita per farle; oltre che di autolavaggi, lavanderie e tante altre cose che gli permettono di avere circa 250 dipendenti. Il suo ultimo business è la produzione di energia pulita: in Puglia possiede un campo eolico da oltre dieci milioni di euro d’investimento. In sintesi, un uomo che nel lavoro ha avuto intuizione, capacità e, quindi, successo.

Nella prima mezz’ora del nostro incontro mi ha parlato della sua storia, e non l’ha fatto con la superbia o l’egocentrismo di chi vuole dimostrare il suo potere, al contrario, continuava a sottolineare la semplicità delle sue origini, il limite del suo diploma di scuola media superiore, e la gentilezza di chi non vuole mettersi in competizione con il suo interlocutore. Diego era fiero di ciò che aveva ottenuto, ma dimostrava l’umiltà di colui che conosce il significato della fatica e dell’impegno come elementi edificanti nella costruzione della dignità umana.

Mi ha commosso quando ha sottolineato che da semplice ragioniere era diventato oggi vicepresidente di una famosa banca, sottolineando più volte che questa facesse parte di quei pochi istituti di credito che per statuto reinvestono gli utili nei progetti dei loro clienti. Il contrario di quello che tutte le altre banche fanno. Ma la meraviglia è arrivata quando è entrato nel vivo della struttura della sua azienda.

I collaboratori di Diego sono solo soggetti fragili che non avevano più speranza: donne separate con o senza figli che non ricevono gli alimenti dai mariti; quelle vittime di violenza, fisica o psicologica; imprenditori falliti e privi di futuro; genitori con figli disabili e con poco tempo da dedicare al loro mantenimento, e tutte quelle categorie che spesso sono escluse dal mondo del lavoro. Diego è l’uomo della seconda possibilità. I suoi 250 dipendenti sono stati prima ascoltati, aiutati e accolti in appartamenti dedicati, e infine inseriti nel mondo del lavoro restituendo loro la dignità. E proprio loro oggi sono l’impero di Diego. Un impero che non si basa sulle regole della normale economia, bensì su valori che stravolgono i conti, ma che poi in realtà i conti li fanno tornare.

Max Laudadio

NP Febbraio 2024

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