La musica che non c’è - Holly Cole

Pubblicato il 11-08-2012

di gianni

Holly Coledi Gianni Giletti - Romantically helpless, (Alert Music) 2000. Difficile catalogare la musica di questa canadese, classe 1963, che alterna jazz di grande intensità (Don't fence me in di Cole Porter) a cover molto ricercate e chic (Ghost di Randy Newman, One trick pony di Paul Simon) a canzoni molto più pop (If I start to cry).
Holly ColeSi sente che ha ascoltato molta musica, soprattutto jazz - Fitzgerald, Holiday, Davis e merce del genere - ma anche pop (Cindy Lauper) e rock (U2); praticamente l'intero universo musicale, ma Holly ha saputo scegliere e ha sviluppato un timbro e una vocalità molto personali che la portano a colpire frontalmente l'ascoltatore. Dà una scossa, anche se il tempo dei brani è mediamente lento, soprattutto per la personalità che sprizza da tutti i pori, aiutata anche da grandi arrangiamenti strumentali e un'ottima produzione. Consigliata a chi piace una musica non banale, di grande effetto e non d'avanguardia.
di Gianni Giletti
 
 
 
 
 
 

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