La novità della Pasqua

Pubblicato il 31-08-2009

di laura e giancarlo


Gesù stesso, Lui in persona, è diventato la nostra Pasqua, la nostra vita nuova, in forza di quell'unione mistica cha egli esprime mediante l'immagine della vite e dei tralci (cf. Gv 15).

di Anna Maria Cànopi


Nella nostra società materialistica e consumistica le feste cristiane per tanti si sono progressivamente paganizzate. Così il Natale di Gesù è diventata la festa dei "regali" e dei "cenoni", la Pasqua è diventata occasione per una "primizia" delle grandi vacanze estive.He Qi, Il mattino di Pasqua
La gente si mette in frenetico movimento per andare da un posto all'altro, il più possibile lontano, spinta da un incontenibile bisogno di uscire dal consueto, di trovare nuovi spazi, fare altre esperienze. In realtà tali uscite sono un rimanere imprigionati dentro lo spazio del proprio io, uno spazio estremamente angusto che non permette di vedere alcun orizzonte né umano né trascendente.
L'uomo ha veramente bisogno di uscire, ma anzitutto deve uscire da se stesso, dalla schiavitù del proprio orgoglio e del proprio egoismo, per potersi incontrare, sulla terra promessa della vera libertà, con il Tu dell'amore e fare comunione.

È proprio la Pasqua del Signore a far compiere all'uomo questo "passaggio" liberatore e ad offrirgli la possibilità di rinnovarsi continuamente superando la routine del quotidiano e dilatarsi nella sconfinata dimensione dell'amore che unisce l'uomo a Dio e, in Dio, a tutti gli altri uomini riconosciuti fratelli, parte di se stessi.
Celebrare la Pasqua annuale, riattualizzando nei riti solenni della liturgia il mistero della Passione-Morte-Risurrezione di Cristo, significa quindi accedere alla grazia - sempre rinnovata - del nostro Battesimo, di quell'evento sacramentale che - come dice l'Apostolo - ci ha resi partecipi della Morte-Risurrezione di Gesù e quindi ci ha rigenerati alla vita di figli di Dio.
"Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a Lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova" (Rm 6,4).

La novità di questa vita che abbiamo ricevuto e che deve essere alimentata mediante la Parola e i sacramenti, consiste nell'osservanza del comandamento nuovo lasciatoci da Gesù come legge fondamentale.
Egli non solo ci ha rivelato l'amore di Dio assumendo la nostra condizione di peccatori e sacrificando se stesso per ottenerci il perdono e la salvezza, ma anche ci ha riversato in cuore - con il dono dello Spirito! - il suo stesso amore. Partecipiamo quindi della natura divina - che è Amore - e siamo resi capaci di amare il Padre e i fratelli come Gesù stesso li ha amati dandone la prova estrema nel cenacolo e sulla croce.Icona delle pie donne al sepolcro vuoto
Perciò come san Paolo dovremmo arrivare a poter dire: «Sono crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Gal 2,20).
Se davvero viviamo cosi, se è Cristo che vive in noi, non possiamo fare a meno di essere "morti al peccato e viventi per Dio" (Re 6,1 1), viventi per essere donati con impeto d'amore a Dio e a tutti i fratelli. "Poiché - è ancora san Paolo a costatarlo - l'amore del Cristo ci spinge al pensiero che uno è morto per tutti e è tutti sono morti. Ed egli è per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro... Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova: le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove." (2 Cor 5,14 15.17).
Ecco l'uomo nuovo, l'uomo pasquale colui che morendo continuamente al peccato -  cioè rinunziando a ogni legame con il principe delle tenebre - vive come figlio della luce e fa procedere tutti i suoi pensieri, i suoi sentimenti e le sue azioni dall'amore di Cristo. Si lascia quindi ammaestrare e guidare dallo Spirito Santo in seno alla Chiesa, che è la santa koinonia, la comunione di tutti i credenti incorporati in Cristo per formare un unico Uomo nuovo.

La novità che mai invecchia e che ci tiene sempre nello stupore gioioso dell'infanzia spirituale è proprio Gesù Cristo crocifisso e risorto e noi uniti a Lui nel vincolo dell'Amore che è lo Spirito Santo. Insieme con Lui noi viviamo ormai sempre rivolti aI Padre, a Colui che "ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Gv 3,16); insieme con Lui abbiamo dunque ritrovato il giusto orientamento della nostra vita.
Celebrare la Pasqua con questa consapevolezza significa anche riscoprire la bellezza del creato, saper contemplare nell'universo la gloria di Dio, vedere risplendere sulla fronte del cristiano il sigillo della sua divina nobiltà e quindi camminare verso un orizzonte infinito di speranza. Infatti, nonostante cumuli di tenebre ci premano ancora da ogni parte, l'apostolo Paolo ci rassicura: "Cristo in voi, speranza della gloria" (Col 1,27) è la luce che non si spegne e che già rischiara anche i sentieri della storia del terzo millennio.
Chi crede non teme le incognite del futuro, perché vive in Colui che è presente ed è il Signore della storia.


Anna Maria Cànopi, osb
da Nuovo Progetto 1996 n. 4


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