La superlega senza super

Pubblicato il 01-11-2021

di Carlo Nesti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A metà aprile, 12 prestigiosi club europei hanno costituito una nuova competizione calcistica, la Super League, governata dai fondatori: Milan, Arsenal, Atletico Madrid, Chelsea, Barcellona, Inter, Juventus, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Real Madrid e Tottenham.

Durissime le reazioni del mondo del pallone, con minacce di esclusione delle squadre dai campionati nazionali e dei giocatori dalle nazionali. Uefa, Federcalcio inglese e Premier League, Federcalcio spagnola reale (RFEF) e Liga, Federcalcio italiana (FIGC) e Lega Serie A hanno diffuso una nota congiunta.

«Resteremo uniti nei nostri sforzi per fermare questo cinico progetto, e prenderemo in considerazione tutte le misure a disposizione, ai livelli sia giudiziario che sportivo, al fine di evitare che ciò accada. Il persistente interesse personale di pochi va avanti da troppo tempo. Quando è troppo è troppo». Contemporaneamente, è arrivata la ribellione solidale della CEI, attraverso le parole di don Gionatan De Marco, direttore dell'Ufficio nazionale per la pastorale dello sport, tempo libero e turismo. «Super è chi se lo merita. Super è chi scende in campo e vince e, partita dopo partita, conquista sempre un punto in più degli altri. Super è chi non fa dello sport un regno economico, ma chi fa dello sport un giardino di talenti accompagnati a dare il meglio di sé». Il progetto, per il momento, è tramontato, sepolto dalle critiche, ma legittima una doppia chiave di lettura. Da un lato, creare una élite di ricchi, senza promozioni e retrocessioni, e dunque senza la possibilità dell'ultimo di potere anche solo una volta affrontare, e battere il primo, va contro la democrazia e la meritocrazia dello sport, cancellando la sua inclusività, e rendendolo alla portata di pochi. Dall'altro, gli introiti di questa Super League avrebbero consentito ai club di affrontare passivi di bilancio ormai insostenibili, per cui, allontanata la prospettiva del nuovo torneo, resta viva la realtà di un mondo del calcio, che rischia di esplodere, schiacciato dai debiti. Il pericolo rimane dietro la porta.

NP Giugno-Luglio 2021

Carlo Nesti

www.carlonesti.it

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