LE PAROLE VERE

Pubblicato il 31-08-2009

di Loris Dadam

Se volete capire su cosa ha puntato veramente il papa nel recente viaggio in Africa, leggete l'Instrumentum Laboris in preparazione del Sinodo africano da lui presentato il 19 marzo scorso nello stadio di Yaoundé (Camerun) alla presenza di 60.000 persone

di Loris Dadam

C’è stata una aggressione politico - mediatica senza precedenti nei confronti di Papa Benedetto XVI in occasione del suo viaggio in Africa: ai soliti anticlericali in servizio permanente effettivo, s’è unita la voce dei governi francese e tedesco e del Fondo Monetario Internazionale e si è anche notato un certo qual profumo delle varie massonerie. Quasi tutta la grande stampa ha aperto in prima pagina con titoli unificati, che sembravano dettati da una stessa fonte: “Aids e preservativo, l’Europa contro il Papa”. Ormai non c’è spettacolo televisivo, da Fazio a Chiambretti, che non presenti una gag sul Papa ed il preservativo, fra gli applausi convinti del pubblico.
Che cosa ha veramente detto il Papa? Eccolo “(..) penso che la realtà più efficiente, più presente sul fronte della lotta contro l’Aids sia proprio la Chiesa cattolica, con i suoi movimenti, con le sue diverse realtà. Penso alla Comunità di Sant’Egidio che fa tanto, visibilmente e anche invisibilmente, per la lotta contro l’Aids, ai Camilliani, a tutte le Suore che sono a disposizione dei malati … Direi che non si può superare questo problema dell’Aids solo con soldi, pur necessari, ma se non c’è l’anima, se gli africani non aiutano (impegnando la responsabilità personale), non si può superarlo con la distribuzione di preservativi: al contrario, aumentano il problema. folla per il papa
La soluzione può essere solo duplice: la prima, una umanizzazione della sessualità, cioè un rinnovo spirituale e umano che porti con sé un nuovo modo di comportarsi l’uno con l’altro; la seconda, una vera amicizia anche e soprattutto per le persone sofferenti, la disponibilità, anche con sacrifici, con rinunce personali, ad essere con i sofferenti. E questi sono i fattori che aiutano e che portano visibili progressi. Perciò, direi questa nostra duplice forza di rinnovare l’uomo interiormente, di dare forza spirituale e umana per un comportamento giusto nei confronti del proprio corpo e di quello dell’altro, e questa capacità di soffrire con i sofferenti, di rimanere presente nelle situazioni di prova. Mi sembra che questa sia la giusta risposta, e la Chiesa fa questo e così offre un contributo grandissimo ed importante. Ringraziamo tutti coloro che lo fanno.”
Se si confrontano le parole vere del Papa con i titoli dei media, appare chiara l’operazione di strumentalizzazione. Nessuna persona di buon senso può onestamente pensare che l’Aids si possa combattere portando in Africa casse di preservativi. Infatti, un lancio della BBC riferiva che il tasso di infezione nella capitale americana, Washington D.C., è pari a quello dell’Uganda (3% della popolazione sopra i 12 anni). Che facciamo? Paracadutiamo casse di preservativi sopra la Casa Bianca?
L’attacco è quindi stato volontario e a freddo. Perché? La risposta va trovata nel messaggio che il Papa è andato a portare in Africa, un messaggio scomodo per i grandi potenti della terra, che hanno preferito occultarlo dietro il can can mediatico sul preservativo. Benedetto XVI ha portato con se un corposo documento per i vescovi ed i cattolici africani, titolato Instrumentum laboris per il 2° Sinodo speciale per l’Africa, nel quale vengono denunciati con estremo rigore i mali del continente e le responsabilità.
Nel capitolo sulla giustizia si dice chiaramente cheColoro che detengono il potere utilizzano gli agenti della sicurezza per sottomettere quei cittadini che esprimono opinioni contrarie alle proprie. Altre forme di ingiustizia: la pena di morte; il trattamento disumano dei prigionieri, spesso in soprannumero nelle case circondariali; i ritardi eccessivi nei processi; la tortura dei prigionieri; l’espulsione dei rifugiati a dispetto della loro dignità.” E ancora “Le risorse naturali sono confiscate e dilapidate da alcuni gruppi d’interesse. La cattiva gestione, le sottrazioni di fondi pubblici, l’esodo dei capitali verso banche estere, contro il quale la Chiesa in Africa aveva già levato la voce durante l’ultimo Sinodo, sono tutte forme di ingiustizia che restano impunite e contro le quali la Chiesa deve prestare la sua voce a coloro che non hanno voce.”
“I lavoratori agricoli sui quali si basa gran parte dell’economia africana sono vittime di ingiustizia nella commercializzazione dei loro prodotti, spesso pagati a prezzi molto bassi, fissati, paradossalmente, in alcune regioni, dagli stessi acquirenti. La popolazione già sfavorita non fa altro che diventare sempre più povera. La campagna di semina di organismi geneticamente modificati (OGM), che pretende di assicurare la sicurezza alimentare, non deve far ignorare i veri problemi degli agricoltori: la mancanza di terra arabile, di acqua ed energia, di accesso al credito, di formazione agricola, di mercati locali, infrastrutture stradali, ecc. Questa tecnica rischia di rovinare i piccoli coltivatori e di sopprimere le loro semine tradizionali rendendoli dipendenti dalle società produttrici di OGM. A ciò si aggiunge il problema del cambiamento climatico i cui effetti si fanno sentire nelle zone aride, compromettendo i modesti guadagni delle economie africane.”
“In tutte le regioni la donna continua ad essere sottoposta a diverse forme di assoggettamento: violenze domestiche, espressione del dominio dell’uomo sulla donna; poligamia, che sfigura il volto sacro del matrimonio e della famiglia, anche mediante la competizione tra le mogli e i figli; la mancanza di rispetto della dignità e dei diritti delle vedove; la prostituzione; la mutilazione degli organi genitali femminili.”
Questi stralci sono un esempio del vero messaggio che Papa Benedetto ha portato ai popoli dell’Africa, un messaggio contro i signori della guerra, chi usa i soldi degli aiuti umanitari per comperare armi invece che per lo sviluppo, le multinazionali che sfruttano le risorse della terra e dell’agricoltura, a difesa dei poveri, degli ultimi, di chi lavora senza speranza. Mi pare chiaro che senza l’artificiale campagna sul preservativo, i titoli dei giornali avrebbero dovuto essere: “il Papa per la pace contro i signori della guerra”, “Il Papa: soldi per lo sviluppo non per le armi”, “Il Papa difende i contadini contro le multinazionali degli ONG”, “Il Papa per la dignità e i diritti delle donne africane”, e così via. Malgrado i tentativi di depistaggio in Occidente, comunque, il messaggio, agli Africani, è arrivato forte e chiaro e, come ogni buon seme, darà i suoi frutti. Mentre noi, qui, giochiamo con i preservativi.

di Loris Dadam
da Nuovo Progetto aprile 2009

Vedi anche:
Lettera dall'Africa

 

 

 

 

 

 

 

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