Lettera ai politici

Pubblicato il 31-08-2009

di bruno


I giovani e anche molti adulti non credono più nella politica, non credono che possa essere un servizio disinteressato, e non sono certo aiutati dagli scenari di questi tempi!



Ci piacerebbe che ad ogni campagna elettorale vi presentaste ai vostri elettori non solo con promesse per domani (se sarò eletto farò, dirò, etc...), ma con un bilancio personale del vostro operato precedente.

Un ripensamento vi farebbe bene e forse ridarebbe fiducia a tanta gente.
L’abbiamo imparato dalla Bibbia. Samuele nella sua saggezza, prima di ritirarsi dalla vita pubblica, si sottomette volontariamente al giudizio del suo popolo: a chi ho portato via il bue? A chi ho portato via l’asino? Chi ho trattato con prepotenza? A chi ho fatto offesa? Da chi ho accettato un regalo per chiudere gli occhi a suo riguardo? Sono qui a restituire! (1Sam 12).
Questa trasparenza conquisterebbe di nuovo molti giovani alla politica, invoglierebbe la gente a tornare a scegliere con passione l’uomo di fiducia e a battersi per la sua squadra.
Certo la trasparenza non è la sola cosa che vi chiediamo. Ad un politico si chiede soprattutto che sappia dedicarsi con intelligenza e senso pratico alla cosa pubblica, con delle priorità evidenti a tutti.
Il politico che abbiamo in mente inizierebbe a cantare fuori dal coro, anzitutto abolendo dal suo linguaggio il politichese, una lingua che capiscono solo gli addetti ai lavori e che allontana chi vorrebbe almeno tentare di capire.
Sceglierebbe di parlare sempre non agli avversari, come se il problema fosse farsi capire da loro, ma alla gente, ai suoi elettori: sono loro la sua forza.
Vorrebbe che lo capisse un ragazzo, per essere sicuro che lo capissero tutti. Un politico, senza l’appoggio della gente, non conta proprio niente. E poi, cercherebbe il più possibile di restare una persona normale, di non usare del suo potere per arricchirsi, di mantenere uno stile di vita sobrio.
La perfezione non è di questo mondo e nessuno la chiede a voi; intelligenza concreta, trasparenza di vita, semplicità di linguaggio e soprattutto amore, amore per il Paese, per la gente... sono requisiti indispensabili.
Matteo, un giovane impegnato nella politica attiva, ci ha scritto una lettera accorata in cui ci confida di aver lasciato tutto per amore della politica, ma ora è attanagliato da un dubbio: Potrò essere politico e cristiano insieme?.
Vogliamo dirgli di sì, con una buona dose di speranza, e invitarlo a guardare al suo ideale, a non avere paura del negativo che incontrerà, delle ingiustizie che vedrà.
Matteo, resta fedele al tuo cuore. Tu e tanti come te potrete fare ciò che molti altri prima di voi non hanno saputo e voluto fare.

Sermig



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