L'impresa che fa bene
Pubblicato il 14-09-2011
Oggi dire che il lavoro nobilita l’uomo sembra una battuta di cattivo gusto. Eppure, anche in tempo di crisi, c’è chi sa trasformare il mondo del lavoro con il proprio sì, alla solidarietà prima di tutto, alla dignità e, perché no, agli ideali. Come Brunello Cucinelli, imprenditore umbro del cachemere.
di Simone Baroncia
![]() Oggi l’impresa ha due sedi: la prima, nell’antico borgo restaurato, è composta da otto case, un castello, una chiesa ed una villa. La seconda, alle porte del paese, è una nuova struttura industriale corredata da parco e frutteto, perché, spiega Cucinelli, “il mio sogno era di poter lavorare in uno splendido luogo, per rendere il lavoro dell’uomo più umano”. Appena impiantata l’industria, Cucinelli inventa il cachemere colorato, rivoluzionando il tradizionale mercato basato sulle tonalità del beige e del grigio. Nella sua azienda lavorano 500 “anime pensanti”, come ama definire i dipendenti, che producono capi famosi in tutto il mondo. “Ho sempre coltivato un sogno – continua Cucinelli - sentivo che il profitto da solo non bastava e che doveva essere ricercato un fine più alto, collettivo. Ho capito che a fianco del bene economico si pone il valore dell’uomo e che il primo è nullo senza il secondo. Ho cercato di fare come i primi imprenditori dell’800: ho cercato di costruire asili, scuole, fabbriche. Nel 2008 abbiamo inaugurato il foro delle arti, che è un grande spazio con un teatro di ispirazione palladiana e un ippodromo di ispirazione ateniese. Insomma, un luogo dove vorrei che si frequentassero persone di tutti i ceti: architetti, pensatori, sognatori, nullafacenti”. Del resto, “oggi manca un luogo dove si possa parlare. Una volta ci si ritrovava indistintamente tutti nel bar e discutevamo fino all’una di notte. Ecco, vorrei ritrovare il piacere del confronto che aiuta a scoprire il valore dei grandi ideali”. ![]() Ma cosa può dire in concreto la bellezza? “Quando ognuno di noi vive un momento altissimo ed un’idea speciale - risponde Cucinelli - in quel momento l’anima raggiunge la vetta. Dobbiamo investire nelle umane risorse. San Benedetto salutava con una frase molto bella: Che Dio illumini il nostro cammino. L’umanità dell’epoca aveva bisogno di uomini speciali e oggi è la stessa cosa: abbiamo bisogno di uomini illuminati, di imprenditori illuminati, di giornalisti illuminati, di padri e madri illuminati”. In questa prospettiva, “l’azienda risponde ad una sua etica. Tanto al suo interno, nei rapporti interpersonali, quanto al suo esterno, i valori umani sono posti sempre al primo posto. Succede così che ci si senta responsabili del proprio lavoro senza bisogno di fiscalismi e senza penalizzare la propria individualità. Si valorizza la libertà e si crea”. Un metodo che produce anche risultati. Il prestigioso marchio umbro ha raddoppiato il proprio fatturato dal 2005 ad oggi. E dopo un 2008 da record, Cucinelli si aspetta una crescita del 10% per il 2009, nonostante la crisi. Alcuni numeri: l’azienda è arrivata a vendere, annualmente, con i marchi Cucinelli, Rivamonti e Gunex, marchio specializzato in pantaloni e gonne, 880mila capi esclusivi. E durante la consueta riunione aziendale prenatalizia Brunello Cucinelli ha rassicurato i suoi operai, o per meglio dire collaboratori: “Anche se per due anni di fila non dovessimo riportare alcun utile, non avremmo comunque problemi. Nessun dipendente sarà licenziato”. ![]() Intervista di Simone Baroncia
da Nuovo Progetto marzo 2009 |