Messaggi dal fronte

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro


Riceviamo e pubblichiamo appelli e lettere dalle zone di guerra in Libano e Israele.


a cura della redazione

Dal LIBANO...

Cessate il fuoco…

Gridate al mondo intero, gridate ai vostri governanti, ai vostri amici, fate delle manifestazioni… perché Israele cessi il fuoco. Il Libano è distrutto. Non si può neanche più andare per strada per incontrarsi. Tutti i ponti e tutte le vie sono distrutte e bloccate. Israele bombarda tutto quello che si muove. La morte è disseminata dappertutto in Libano. Israele basta. Israele basta!

P. Abdo RAAD, Foyer de l'Amitié
Da ISRAELE...

L'uomo stenta a capire!

L'uomo stenta a capire! Invece di percorrere le vie del dialogo, preferisce le strade dello scontro! Oggi un missile è caduto sulla scarpata che conduce al nostro Centro Stella Maris, per fortuna ha provocato pochi danni. Più significativo è che si stia colpendo una città di convivenza come Haifa!

Un saluto particolare a tutti voi del Sermig e a tutti i giovani che sono e saranno con voi. Dite loro che è importante "sentire e portare nel cuore" la Pace; educarsi ad essere donne e uomini di pace. E anche la preghiera conta molto. Un saluto a tutti.
Shalom salaam

P. Renato ROSSO, Carmel School - Haifa

Accompagno il mio piccolino all’autobus…

I kibbuzim vicino a Gerusalemme hanno proposto il loro aiuto. Ora è il loro turno ad accogliere i bambini in pericolo. Accompagno il mio piccolino all’autobus. “Hai portato il sacco a pelo?” domanda Tal, una bambina vispa che sei giorni fa ha chiesto alla mamma perché non la smettevano con i fuochi d’artificio, le fischiavano le orecchie e le faceva male la testa. “Ci porteranno a vedere Israele in miniatura, e la grotta delle stalagmiti di Bet Shemesh” dice a Or con gli occhi scintillanti.

La sua mamma è una di quelle che ha organizzato questo viaggio ed è stato molto difficile quando Tal e le sorelline hanno scoperto la vera natura di quei rumori assordanti. Finalmente sembrano respirare questi bambini, dopo giornate intere e notti insonni chiusi nei rifugi. A un certo punto non sai più a che giocare, che raccontare. Tutti i discorsi sugli aspetti negativi della Tv sono nel vento… perché è difficile di estate, con 38 gradi all’ombra, tenere tuo figlio chiuso tra 4 mura di cemento armato 24 ore su 24.

A casa mia si è rotto un tubo dell’acqua. Chiamo Haled, l’idraulico del kibbuz, arabo mussulmano di Jish, un villaggio a 5 km da Sasa. Le sue figlie fanno parte del mio Teatro dell’Arcobaleno. Una persona stupenda. “Mi dispiace Edna” mi dice con un filo di voce “Abbiamo ordini di bloccare tutti i lavori, non si può andare in giro, è pericoloso!”. Sono senza acqua, senza aria perché il fumo sparso mi entra nei polmoni e gli chiedo: “Dimmi Haled, dormite nei rifugi li?” “Macchè rifugi, in tutto il Paese ci saranno tre rifugi, passiamo la notte sulla terrazza… tanto non si può dormire!!!”. Noi Ebrei ed Arabi della Galilea siamo uniti nello stesso destino e nella stessa paura! Gli dico per incoraggiare sia me che lui: “Finirà presto!!! Fra poco metteranno fuori uso le basi dei katiusha!!!”. “Ma che fuori uso!!!” mi risponde - “ Non è neanche l’inizio… sono furbi. Aspettano che entrino i soldati... e se entreranno il prezzo sarà alto!!!”.

Mi sento tutta la linfa scivolare fuori lasciandomi senza forze. Non ce la faccio ad immaginare tranelli, mine, ordigni, morti, feriti, mutilati, vedove, orfani, lacrime. 5 anni di intifada sono stati troppi. 5 anni di attacchi terroristici, di corpi smembrati, di ansia. Ora basta! Basta di parlare e sventolare slogan: chi veramente vuole il Libano libero, chi vuole uno Stato Palestinese, chi crede nella pace come diritto sovrano di tutte le creature umane deve smettere di schierarsi e iniziare a battersi per una giusta pace in TUTTO il Medio Oriente e gli israeliani saranno i primi a deporre le armi!

Angelica C. Livnè, Kibbuz Sasa - Alta Galilea

 

 

 

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