Mikal

Pubblicato il 01-11-2020

di Anna Maria Del Prete

Forte è la tensione tra Saul e Davide dal quale si sente minacciato e aspetta l’occasione per distruggerlo. La Storia gliela presenta attraverso sua figlia Mikal: «Mikal, figlia di Saul si innamorò di Davide, lo riferirono a Saul e la cosa gli piacque perché gli offriva un pretesto per farlo perire, infatti pensava: gliela darò, ma sarà per lui una trappola e la mano dei filistei sarà su di lui». Saul acconsente, chiedendo come dote i prepuzi di cento filistei, sicuro che egli sarebbe caduto nella lotta. Davide accetta e torna vincitore, portando al re il doppio dei prepuzi richiesti. Saul capisce che il Signore era con David, ma il suo odio cresce tanto da volerlo uccidere. Ma Mikal lo incitò a fuggire e da donna innamorata, intelligente e determinata, organizzò la fuga: lo cala dalla finestra e pone nel suo letto un pupazzo fatto con i terafim (idoli di tipo familiare, qualcosa simile ai Penati presso i Romani) traendo così in ingannao i servi del re.
Saul non desiste e ordina che gli venga portato con tutto il letto.

La scena è ironica e comica allo stesso tempo: i servitori tornano da Mikal pretendendo di prendere letto e malato e si trovano difronte ad un pupazzo. Alla domanda del padre «Perché mi hai ingannato?», la figlia si giustifica mentendo: Davide l’avrebbe minacciata di morte se non l’avesse lasciato andare. Mikal si finge vittima impaurita, ma è lei la vincitrice. Lo stratagemma è riuscito e il perseguitato può fuggire, iniziando così un tempo di fuga durante il quale Saul dà in moglie Mikal a Palti figlio di Lais.
Ma Davide, tornato e incoronato re, rivendica il possesso della moglie Mikal ricordando di averla fatta sua sposa al prezzo di cento prepuzi di Filistei. Mikal torna da suo marito e sparisce nella storia di vittorie e di ascesa del re Davide. La ritroviamo nel momento solenne in cui l’Arca entra in processione «nella città di Davide»: Gerusalemme conquistata. Affacciata alla finestra «vide il re Davide che saltava e danzava dinanzi al Signore e lo disprezzò in cuor suo». Lei, la figlia di Saul era stata abituata a ben altre manifestazioni di regalità e il comportamento di Davide le appare fuori controllo, proprio di «uomo da nulla».

Questo modo di guardare lo sposo denuncia un rapporto ormai privo di affetto, tenerezza e ammirazione e rivela l’incapacità di comprendere fino a qual punto l’amore per il Signore che lo aveva scelto riempiva il cuore di suo marito. Mikal non capisce, ma il popolo apprezza e condivide. Davanti all’Arca il re non si è comportato da sovrano detentore del potere, ma si è fatto servo e ha officiato da sacerdote (lo rivela l’efod che indossava) mediatore di benedizione e ha saltato e danzato per esprimere la gioia come un uomo qualunque perché Dio solo è il Potente e a lui solo competono onore e gloria. Mikal ha il cuore chiuso all’amore ed è forse per questo motivo che non ebbe figli fino «alla sua morte» come conclude il narratore.
(1Sam 18,20-29; 19,11-18; 25,44; 2Sam 6,14-23)

Anna Maria del Prete
NP agosto / settembre 2020

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