Musica live: Stop making sense

Pubblicato il 31-08-2009

di gianni


Un film-concerto, uscito prima al cinema che su disco.

di Gianni Giletti

TALKING HEADS
Stop making sense
(1984 Sire)

Il disco di questa settimana più che un cd, è un dvd.
Già, perché oggi, piaccia o non piaccia, la musica è anche immagine.
Lo era già anche prima, si capisce, dell’avvento dei video, che dalla fine degli anni 80 ogni musicista sente purtroppo di dover fare, pena l’estinzione… la musica infatti crea immagini, prima che in un video, nella mente di chi ascolta e più bella è la musica, più potenti ed evocative sono le immagini che crea.

Detto questo il cd/dvd in questione (lo si trova in entrambi i formati, vi consiglio il dvd) viene dagli anni 80, periodo musicale da me non molto amato, ma in questo caso si può fare un’eccezione.
Loro sono i Talking heads, band di culto della musica new–wave e “lui” è David Byrne, uno dei musicisti-artisti-registi più immaginifici ed espressivi dell’ultimo quarto di secolo.

Byrne infatti nasce come musicista e i Talking heads sono la sua creatura, di cui è interprete, autore e regista.
E questo album è in effetti un film-concerto, uscito prima al cinema che su disco.
Ma la musica?

Ecco, la musica new-wave nasce alla fine degli anni 70 come risposta alla “sbornia di rock” che quel decennio aveva celebrato. Si cerca di andare oltre, di fare una sintesi e le risposte sono molteplici: new-wave infatti non indica una sola direzione o un solo suono, ma al contrario sono diversi i gruppi e gli artisti che rispondono all’appello.

Nomi come Television, Brian Eno e i Roxy Music, Patty Smith corrispondono a suoni e idee musicali totalmente diverse ma riunite sotto l’etichetta della new-wave.
In particolare questo disco rappresenta un concerto dal vivo, dove si esprime al massimo livello l’idea musicale di Byrne: la sua voce stralunata, i ritmi obliqui, la mimica caricaturale, l’uso “sghembo” della forma canzone, la gags sul palco sono la cifra stilistica di un musicista-regista che non si rassegna ad avere solo i suoni come forma di espressione.
L’uso delle luci, l’idea di cominciare il concerto da solo e poi via via ad ogni brano aggiungere un componente della band, l’ambientazione che cambia ad ogni canzone ne fanno un precursore dei vari concerto spettacolo che verranno nei decenni successivi.
Grandi idee, grande musica, attenzione maniacale dei particolari fanno di questo film-concerto un pietra miliare della musica di quegli anni.
Buon ascolto e buona visione!
Gianni Giletti

 

 

 

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok