Musica per sentirsi vivi

Pubblicato il 08-03-2014

di Mauro Tabasso

di Mauro Tabasso - La musica è vita.  (NP Febbraio 2013)

I giorni non passano mai, in compenso gli anni volano. I miei figli sono diventati adolescenti in un lampo e ora, giustamente, passano sempre meno tempo con me e mia moglie e sempre di più con i loro amici.
Ora, non perché sono miei, ma sono davvero due bravi ragazzi. Mangiano di tutto, non sporcano in casa, non abbaiano e non la fanno fuori Jimi Hendrixdalla lettiera... Ma dài che scherzo, non chiamate il Telefono Azzurro. Ogni tanto mi dicono che sono un papà un po' scemo, ma io lo prendo come un complimento, un vanto.
A loro modo si interessano anche di musica. Il più grande ha studiato un po' il violino e ogni tanto mi gratta di nascosto cd e mp3 per caricarseli sul suo lettore. Credo sia l'unico della sua compagnia che ascolta Buscaglione, Pink Floyd, Jimi Hendrix, Jannacci, Rossini, Bach, Toto e tutta un'altra serie di altri personaggi a dir poco anomali per la sua età. Ogni tanto se ne arriva chiedendomi: "Cosa mi consigli tra Deep Purple e Banco del Mutuo Soccorso ?"
Non so se esserne contento o preoccuparmi. A volte penso che sia stato vittima di un'adduzione aliena e io senza saperlo sto allevando il figlio di ET.
Sua sorella più piccola invece è decisamente più "normale". I suoi gusti sono assai più standard. One Direction su tutti, poi Demi Lovato, Miley Cyrus, Ed Sheeran e altri boys and girls attualissimi tra i ragazzi della sua età. Tutto regolare, nessun problema fino a quando si mette a cantare. E' intonata, ma canta in continuazione e mamma non l'ha dotata del tasto “mute”, quello con l'altoparlante sbarrato.
Canta le sue canzoni in inglese tutte “uo-ho, uo-ho, yeah” per il tempo che non fa compiti e ha gli occhi aperti. Stufa un po', ma vedo che cantare la tiene allegra, spensierata come dovrebbero esserlo i ragazzi della sua età. E' proprio vero che cantare fa passare non tutto ma tante cose.
Stamattina il giornale radio ha detto che in Mali, i ribelli, ritirandosi dietro l'incalzare delle truppe francesi, hanno commesso stragi, crimini, distrutto a Timbuctu una biblioteca che custodiva antichissimi testi pre-coranici e pre-cristiani. La popolazione è squassata dalla guerra civile, ed è proibito tutto. Ciò nonostante c'è chi si ostina a sentirsi vivo. Sempre il g.r. trasmette l'intervista fatta ad un musicista che con mezzi di fortuna sta tentando di registrarsi.Musica e guerra
La musica è proibita e il nome di questo artista è mantenuto anonimo. Si trova in uno scantinato, dietro ad un bazar distrutto e dato alle fiamme dagli estremisti. Per terra ci sono macerie coperte da un tappeto e stoffe sono appese alle pareti per evitare che si stacchino calcinacci. L'artista si trova lì con la sua band. Suonano di tutto, dalla musica di tradizione araba al raggae, al rock occidentale, e a dispetto del divieto continuano a cantare, a suonare, a registrare perché questo semplicemente li fa sentire ancora vivi (così dichiara).
Suonando si sentono meno soli al mondo, registrando gridano che esistono, che pensano ancora, che non sono ancora nell'oblio. Mentre scrivo potrebbero essere già morti. Cantare potrebbe essere loro costato caro. E' agghiacciante, se ci penso, ma capisco anche che la musica permea la vita di tutte le persone, perfino nella sofferenza atroce di una guerra, e in qualche modo induce quel po' di allegria e di speranza che se stai bene ti fa stare ancora meglio, se stai male ti fa sentire meno male o semplicemente ancora vivo.
E non posso fare a meno di pensare a tutti i Mozart, i Bach, i Jimi Hendrix, i Frank Sinatra e le Marie Callas che guerre, fame, odio, ideologie varie ci hanno privato. Forse con loro il mondo sarebbe stato un posto migliore. E mia figlia, se vuol cantare, che canti forte.
Forse un giorno anche lei apprezzerà Tchaikovsky, ma intanto io mi spendo affinché ci arrivi sana a quel giorno.

 
DIAPASON – Rubrica di Nuovo Progetto

Il suono del silenzio spazza via il chiasso che stordisce.

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