Napoli: Il pranzo della gioia

Pubblicato il 31-08-2009

di bruno


Napoli, città della pizza e della camorra? Non solo. Nel corso degli anni dall’Arsenale della Pace sono passati tanti gruppi partenopei impegnati ad amare i più poveri. Tra di loro, “Le sentinelle della gioia”.

a cura dei giovani della Parr. San Castrese di Marano (NA)

Amati, amiamo. Amare nella stessa misura in cui Dio ama ciascuno di noi è la nostra missione; guardare con occhi fraterni alle difficoltà dell'altro per farle nostre è la sfida costante contro i nostri stessi pregiudizi; alleviarne le sofferenze come farebbe una madre con suo figlio è la nostra speranza. Amare è riconoscersi figli di un unico padre e fratelli di una grande famiglia che è l'umanità; comprendere, grazie al quotidiano incontro con Cristo, che siamo nati dalla sua bontà, sognati e plasmati dal suo cuore, guidati dalla sua Parola, confortati dalla sua dolcezza e perdonati per sua misericordia. Ma amare è soprattutto farsi testimone di questo dono, senza lasciarsi vincere dall'egoismo di tenerlo solo per sé. Chi ha conosciuto le meraviglie di questa scoperta, sa che non c'è gioia più grande che nel farsene portavoce, soprattutto nei luoghi in cui la sofferenza e lo sconforto causano la negazione di Dio.

Il sogno di Dio di un mondo in cui la diversità di lingua, religione, lo stato sociale non ostacoli il diffondersi di questo messaggio d'amore è divenuto il nostro sogno, la speranza di un gruppo di giovani che a partire dai confini della propria parrocchia ha intrapreso un difficile viaggio tra le strade di Napoli, alla scoperta di coloro che chiamavamo "barboni" e che oggi la fede in Cristo ci fa chiamare “Fratelli”. Il Servizio Missionario che svolgevamo inizialmente il mercoledì alla stazione ferroviaria della nostra città coinvolgeva solo pochi giovani. Il loro esempio e la consapevolezza di dover portare un aiuto in un numero maggiore di luoghi, ha spinto, nel tempo, molti più ragazzi a scegliere di trascorrere una serata in compagnia dei nostri amici.

Un comune sabato sera in discoteca si è così trasformato nella possibilità di restituire ad un fratello in difficoltà e quindi a Dio stesso l'amore e la fortuna che abbiamo ricevuto. L'aiuto che portiamo non è solo materiale, perché il nostro impegno è rivolto soprattutto ad alleviare le sofferenze o quando ne abbiamo la possibilità anche a risolverle. La bellezza della nostra missione risiede nello scoprire, settimana dopo settimana, come gli incontri del sabato diventino uno scambio reciproco di esperienze. Allora la consapevolezza che l'amore di Dio abita soprattutto in chi è solo ed emarginato vince le barriere della diversità. E' proprio il desiderio di valicare il confine tra diversità e normalità a spingerci, non senza difficoltà materiali, ad invitare una volta al mese i nostri amici al "pranzo della gioia". Pranzo dopo pranzo, ci siamo accorti che abbiamo offerto loro, oltre che l'opportunità di lavarsi, vestirsi e mangiare, la gioia del parlare, ridere e giocare come in un qualunque gruppo di amici, regalando

contemporaneamente a noi stessi esempi di vita vissuta che ci spronano a migliorare quotidianamente. Il pranzo si presenta come la possibilità di ospitare nella nostra casa quegli amici che il sabato ci invitano a sedere sulle loro coperte, condividendo quel poco di cui dispongono. Il sentimento di comunione trasforma un semplice pranzo in una festa, voluta da Dio perché comprendiamo il suo messaggio: la sofferenza consente di riscattarci nella nostra dignità perché rendendoci più simili a Colui che ha dato la vita per ciascuno di noi, ci rende più graditi al nostro Creatore e quindi ai nostri fratelli.
 
a cura dei giovani della Parr. San Castrese di Marano (NA).
da Nuovo Progetto ottobre 06

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