NEPAL: Un po’ di storia

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro


Ripercorriamo gli ultimi 10 anni di storia del Nepal. Con 27 milioni di abitanti, una superficie pari a ca. metà Italia, 42 tra lingue e dialetti, il piccolo Paese asiatico sta faticosamente costruendo la transizione da monarchia assoluta a democrazia parlamentare.

di Marco Banchelli


Kathmandu, 16 giugno 2006: il "leader maximo" maoista Prachanda (nella foto con un braccio sollevato) con i rappresentanti dell'Alleanza dei Sette Partiti. Si è appena svolto lo storico incontro con il Primo Ministro Koirala.
Tutto ha inizio il 13 febbraio 1996: una piccola bomba esplode nella regione del Terai, a sud, al confine con l’India; l’esplosione è rivendicata da un gruppo dell’estrema sinistra ispirato alla dottrina ed alla rivoluzione di Mao Tse Tung. Il cammino dei rivoltosi, che prenderanno l’appellativo di “maoisti”, ha un avvio molto blando. Il popolo è diffidente, un po’ impaurito, pacifico per natura e soprattutto ama molto il sovrano dell’epoca, Re Birendra.
Gli attentati, soprattutto contro amministratori locali e postazioni periferiche dell’esercito, si intensificano nel corso degli anni ed il numero di morti e “scomparsi” dall’una e dall’altra parte aumenta.

Per il governo il compito è difficile, perché la “monarchia” è veramente assoluta ed il Parlamento ha solo un potere rappresentativo. Primo ministro e ministri infatti sono nominati direttamente dal sovrano. Serve solo a complicare la situazione l’alternanza di ruoli e i “rimpasti”, mentre aumenta il consenso per i partiti della sinistra e per i rivoltosi.

Il 1° giugno 2001 segna un momento fondamentale: Re Birendra, la Regina ed altri 12 componenti la dinastia “Bir Bikram Dev Shah”, discendente diretta di Prithvi Narayan, vengono uccisi all’interno del Palazzo Reale. Un episodio sul quale forse mai verrà fatta completa chiarezza e del quale viene accusato ufficialmente il principe ereditario, Dipendra, che dopo la strage si sarebbe sparato a sua volta. Costui muore due giorni dopo: divenuto quindi Re per un giorno, lascia trono e potere all’unico superstite della famiglia, Gyanendra, che quel giorno “casualmente”, come pure la moglie, la figlia ed il figlio Paras, non erano a Palazzo.

Gyenendra, divenendo tredicesimo Re del Nepal, porta quale unica possibile soluzione alla guerra civile il totale annientamento dell’opposizione sia politica che, ovviamente, “armata”. Questa decisione conduce il Paese al periodo più intenso e triste di lotta e repressione. Attraverso attentati, vere e proprie battaglie, azioni di rappresaglia e tortura (le vittime alla fine risulteranno oltre 12.000 e gli scomparsi tra i 4.000 ed i 5.000) a oltre 10 anni dall’inizio delle tensioni, il Nepal arriva al momento culminante. È l’aprile 2006, il Popolo diviene marea inarrestabile, il Re cede.
Girija Prasad Koirala, esperto uomo politico del Congresso, viene nominato Primo Ministro ed inizia il processo che in questi giorni pare essere giunto alla svolta cruciale.

Il 16 giugno scorso, dopo uno storico incontro tra il leader dei ribelli maoisti Prachanda e il primo ministro Girja Prasad Koirala, viene raggiunto tra le parti un accordo in otto punti: lo scioglimento dell’attuale Parlamento e la formazione entro un mese di un Governo e di una costituzione ad interim in grado di preparare le elezioni per un’Assemblea Costituente, che dovrebbe dare al piccolo stato himalayano una nuova e definitiva carta fondamentale entro un anno; il rispetto, da parte di entrambe gli schieramenti, dei fondamentali diritti civili e politici, tra cui un sistema di governo democratico e multi-partitico; il coinvolgimento delle Nazioni Unite nella gestione e nel monitoraggio del processo di pace, allo scopo di garantire che le elezioni dell’Assemblea Costituente si svolgano in modo libero e corretto.

I maoisti entrano così ufficialmente nella compagine di governo, prendendo parte al processo di riforma democratica e istituzionale del Paese. Dopo l’allontanamento di re Gyanendra e la formazione del governo provvisorio, il portavoce dei ribelli Krishna Bahadur Mahara dichiara: “Noi individueremo delle zone di acquartieramento dove ritirare le nostre armi e i nostri armati conformemente all’accordo del 9 agosto con il governo. Il governo dovrà garantire che anche le Forze armate del Nepal resteranno nelle loro caserme”. Il mese scorso i ribelli maoisti accusano il governo di portare avanti un riarmo clandestino. Seguono disordini in varie località.

Marco Banchelli

Alcune notizie sono tratte da:
warnews.it

Per approfondimenti:
Nepal oggi
Nepal oggi (archivio)

 

 

 

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