Nessuno è senza peccato

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro


L’uccisione di don Andrea Santoro in Turchia e la violenta reazione del mondo islamico di fronte alle 12 vignette satiriche pubblicate in settembre dal quotidiano danese Jillands Posten - riprese poi dal settimanale norvegese Magazent e da altri giornali europei - hanno fatto versare fiumi di inchiostro in tutto il mondo. È necessario un cambiamento di rotta per riscoprire finalmente l’urgenza di relazioni basate sull’Amore.

di Ernesto Olivero


Funerali di don Andrea Santoro

Se guardiamo il passato nessuno è senza peccato. Chi ha mai chiesto perdono per tutto il dolore che l’uomo ha causato? Quante donne sventrate, violentate, quanti bambini e vecchi e giovani hanno vissuto gli ultimi momenti della loro vita urlando disperatamente, consumando tutte le loro lacrime senza ricevere pietà? E l’altro, davanti, era un uomo. C’è un mare di dolore nel passato che chiede pace. Il nostro oggi arriva da ieri. Il domani, se non c’è un cambiamento di rotta, sarà peggio di quanto possiamo immaginare.

Come parlare all’uomo del nostro tempo e dirgli: “Fermati!”? Fermati, disarma la tua rabbia, l’ingiustizia, la guerra, la fame, il terrorismo, la persecuzione. La grande onda di intolleranza e odio che è grande come mille fiumi in piena si può fermare, indirizzare, far diventare vita se diventiamo meno indifferenti all’altro.

La pace ha bisogno di riconciliazione, ha bisogno che ci chiediamo perdono reciprocamente. Noi dell’Arsenale della Pace abbiamo visto che è possibile stare insieme, amarsi, aiutarsi, imparare gli uni dagli altri. Dobbiamo consentire ad ebrei, musulmani, cristiani di coesistere ovunque si trovano, in Medio Oriente, in Asia, in Europa, nelle Americhe come in Africa.

Dobbiamo educarci ad eliminare dal nostro vocabolario la parola infedele, la parola nemico. Dobbiamo essere contenti che ebrei, cristiani, musulmani, buddisti, fedeli di ogni religione siano liberi di pregare nei loro luoghi di culto e che i non credenti siano liberi di discutere nei loro circoli. Dobbiamo fare in modo che la coscienza, i simboli della fede, il sacro non siano offesi con caricature sarcastiche e con lo scherno, ma – quand’anche avvenisse - i credenti dovrebbero ritrovarsi insieme per manifestare il loro dissenso con la preghiera e con il silenzio, non con la violenza e le minacce.

Chi vuole veramente la pace deve impegnarsi con iniziative concrete. Centinaia di migliaia di cristiani nel Medio Oriente e in altri Paesi sono stati costretti a lasciare la propria casa, famiglia, terra per paura, intolleranza, persecuzione, impossibilitati a condurre una vita normale, non di serie B. Devono poter tornare a casa, se lo desiderano, in piena sicurezza e garanzia dei diritti: cittadini a pieno titolo, liberi di poter praticare senza restrizioni la propria fede.
I fedeli delle varie religioni e i non credenti dovrebbero fare un passo indietro e mettersi sul serio in ascolto del grido di dolore dei miseri, di chi patisce violenza, fame e malattie, pronti a intervenire per curare, sfamare, guarire, accogliere.
Chi crede in Dio ha una grande responsabilità e mai come oggi può dimostrarlo con le opere, cioè amando gli altri, aiutando i miseri. Abbiamo bisogno che le religioni tornino veramente a Dio che è amore, giustizia e misericordia.

L’uomo è fatto per amare, per non avere paura del nuovo. Può essere arrivato il tempo in cui credenti e non credenti cercano un modo civile di stare insieme. Può essere arrivato il tempo in cui giriamo pagina ed entriamo insieme in una nuova pagina di storia finora non percorsa, forse neanche pensata. L’uomo è fatto per amare il nero, il bianco, il giallo… per amare l’altro come se stesso.

Ernesto Olivero

 

 

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