Noa. Tra oriente e occidente.
Pubblicato il 31-08-2009
La cantante israeliana, in questa intervista per il nostro mensile Nuovo Progetto, ci racconta la sua musica, la sua vita, la sua voglia di pace.
Il suo vero nome non ci è molto familiare, né ci risulta facile pronunciarlo. In effetti è sempre la sua voce, formidabile ed inconfondibile, ad annunciare il “personaggio” che tutti conosciamo. I suoi intensi chiaroscuri caratterizzano le potenti elevazioni e le accorate (sempre originalissime) interpretazioni. Da anni ammiro quest’artista (non si era capito?) e finalmente ho avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con lei. Come speravo, non sono rimasto deluso. Ascoltando le tue canzoni, sembra che la musica metta insieme due mondi, l’occidente e l’oriente. È davvero così? |
Sei l’unica musicista israeliana, nella musica rock e pop, che sia diventata un’artista internazionale, nota ai quattro angoli del mondo. Perché? Com’è la scena musicale nel tuo Paese? Mi sento onorata di essere considerata la “portabandiera” della musica israeliana nel mondo. Credo che la nostra musica riesca ad interessare un pubblico internazionale grazie alla sua varietà, e all’insieme di linguaggi e stili diversi. C’è qualcosa per ognuno (o quasi) in un’identità musicale e testuale chiara. Il nostro stile (per nostro intendo quello di Gil Dor ed il mio) è originale, noi non rientriamo in nessuno canone o categoria specifica. La scena musicale israeliana assomiglia a quella di qualsiasi altro Paese moderno, ma in lingua ebraica. Abbiamo di tutto, dal folk e dall’etnico sino all’hard rock, alla dance music passando per cantautori, hip-hop, rap e blues. Inoltre ci sono anche molto fusioni di est ed ovest, dato che Israele (come me) è al confine tra i due. |
Dopo 17 anni di vita a New York, sei tornata in Israele e hai trascorso due anni nell’esercito. Cosa ti ha lasciato quell’esperienza? Il Sermig - Arsenale della Pace è presente in Medio Oriente, sia in Giordania che in Israele... Secondo te, c’è una concreta speranza di pace nel tuo Paese, e se sì, quali sono i segni visibili di questa pace che avanza? Come vedi i giovani nell’attuale società israeliana? Quali le loro speranze e quali le loro difficoltà? In mezzo a una guerra che dura da 40 anni, qual è secondo te il ruolo del musicista? Qual è il tuo rapporto con la fede? |
Cosa ti ha lasciato la musica americana? Quali gli artisti americani che più ti hanno influenzato? Sono stata profondamente colpita dalla poesia americana e dai cantautori, ad esempio Paul Simon, Leonard Cohen, Joni Mitchell, James Taylor, per nominare qualcuno. Qual è l’emozione artistica più forte che hai vissuto? L’emozione artistica più forte che vivo ce l’ho quando sono sul palco e canto, e sono contenta di essere viva… |
Probabilmente la tua versione dell’Ave Maria di Bach-Gounod è la più originale cover di quel brano che mai sia stata fatta. Puoi parlarci del testo? Come lo hai scritto? Qual è stata l’idea? Sentimento che io, personalmente, ricambio, e voi? |
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