NOTTE E GIORNO, GRAZIE CHIARA!

Pubblicato il 31-08-2009

di Ernesto Olivero

Diario spirituale dell’ultimo incontro di Ernesto Olivero con Chiara Lubich a Rocca di Papa, l’1 febbraio 2008, e con Benedetto XVI il 27 febbraio 2008.

 

di Ernesto Olivero

 

È notte, è notte, ma non voglio dormire. Perché dormire? Sono fatto per amare, questa notte come in altre notti. Oggi incontrerò Chiara e sin da questo momento la mia comunione, il mio amore è con lei.
Caro “uno” febbraio, a noi due. Anzi, a noi tre: sono con il Signore.
Ripeto continuamente: “Ave Maria... Ave Maria... Ave Maria...”, respiro con la Madonna, respiro con Maria. Oggi è la giornata di Chiara e voglio vivere ogni momento in abbandono. Respiro con la preghiera.

 

Arriverò a Roma prima del previsto: avviso Franco che mi verrà a prendere. Franco è figlio spirituale di Chiara, raccolto ragazzo negli anni difficili e portato a Dio. Ho desiderato che mi accompagnasse lui a Rocca di Papa e lui, che aveva un impegno a Bologna, ha cambiato i suoi piani per me. Lo avviso dell’anticipo. Sento amicizia, pacatezza e gioia nella sua voce. Mi attenderà all’aeroporto di Fiumicino. lubich_ernesto.jpg

La calma e il sorriso di Franco mi accolgono. Arriviamo a casa di Chiara, a Rocca di Papa. Il verde degli alberi, il giardino... tutto richiama l’unità, la bellezza, il silenzio. L’ultima volta sono stato qui il 7 dicembre dello scorso anno e mi ricordo le sue parole: “Gesù è la nostra trasfigurazione, per questo noi amiamo Gesù abbandonato che ci trasfigura in Dio”. La saluto: “Ti voglio bene, Chiara, ti trovo molto meglio!”. Questo gigante di Dio mi accoglie come un figlio, parla con gli occhi, con la vita e con la poca voce che le resta.

Continuo: “L’ultima volta in cui ci siamo incontrati, ti avevo promesso che ti avrei regalato la prima copia dell’inno alla vita che lanceremo al mondo”. Apro il manifesto che racchiude il testo di “Ti voglio bene mamma” e lo leggiamo insieme.

E poi – aggiungo – nella preghiera abbiamo pensato di nominarti Artigiano della Pace. Dal 1981 ogni anno assegniamo questo riconoscimento a donne e uomini che operano per la pace” (tra gli altri: Michele Pellegrino, Sandro Pertini, Helder Camara, Norberto Bobbio, Mikhail Gorbaciov, Giovanni Paolo II, Francois Xavier Nguyen Van Thuan, Madre Teresa di Calcutta, Massimo D’Alema).
Vorrei che il premio Artigiano della Pace con la motivazione: “A Chiara Lubich, da sempre al servizio della vita e dell’unità. Una vera Artigiana della Pace (22/1/2008 – compleanno di Chiara)” fosse abbinato a questo inno alla vita. Lei, contenta, mi scrive sul manifesto: “Condivido questa tua iniziativa. 1.2.2008 Rocca di Papa”. Mi sembra un dono inestimabile che Chiara, Artigiana della Pace, condivida ufficialmente questo inno alla vita insieme a noi e accetti che sia tradotto in tutte le lingue e diffuso nel mondo!

saluto_chiara.jpg Ma non basta. Sento che Chiara si aspetta qualcos’altro, si aspetta un’altra mia solita richiesta: un’immagine della Madonna che protegga le tante case di preghiera, di aiuto ai giovani e alle persone in difficoltà che sogno di aprire in giro per il mondo. Ne aveva una già pronta per me che subito le viene portata per donarmela: un’icona della Madonna, bellissima.
Quando incontro persone con cui sento una particolare comunione mi viene spontaneo chiedere il dono di una Madonna quasi a suggellare quell’incontro. Ho iniziato tanti anni fa con Giovanni Paolo II. Quando potevo incontrarlo, sovente tornavo a casa con una Madonna, quasi una benedizione e nel mio cuore mi dicevo: ogni Madonna una casa per i giovani… Al Papa si sono poi aggiunti tanti altri uomini e donne di Dio come Chiara.

Stiamo insieme come grandi amici, stiamo insieme in preghiera, poi Chiara allarga ancora il suo dono e mi scrive: “Condivido tutto quello che fa Ernesto Olivero. Ho riconosciuto in lui il carisma di un fondatore”. La mia anima sorride: le pesanti difficoltà subite da Chiara in passato l’aiutano a capire le mie con un solo sguardo. Che bello sarebbe condividere subito questa emozione con il Santo Padre: Chiara annuisce sorridendo. La mezz’ora trascorsa con Chiara passa in un baleno. Mi congedo da lei abbracciandola come un figlio. Anche Franco gioisce di questo momento, tanto intenso quanto inimmaginabile anche per lui.

Resto ancora un po’ con Eli Folonari, una delle prime compagne del Focolare di Chiara da oltre 50 anni. Anche per lei trabocca la riconoscenza e anche lei condivide le sue emozioni sul mio diario: “Nell’amore scambievole del Vangelo, tra fondatori, ogni opera di Dio è potenziata, e testimonia pienamente Cristo a chi non crede”. Anche questa volta solo il silenzio può prendersi gli sguardi, la preghiera del cuore di tutti noi. Poi esco e mentre vado in Vaticano, cammino “sulle acque della riconoscenza”.

Volo pregando, volo verso la mia gente all’Arsenale. Preghiamo fino a notte, facciamo festa, gioiamo insieme, siamo sempre in compagnia di Gesù, il nostro sí anche oggi si è rafforzato: più siamo uniti, meno Gesù è abbandonato, più siamo uniti, più la gente crederà.
E’ la giornata di Chiara, giornata speciale, un dono anche per tutti gli amici, perché una gioia così grande non si può trattenere, perché nell’unità Gesù è meno solo, è meno abbandonato, è più testimoniato.
E’ la giornata di Chiara, c’è poco tempo per dormire, fra poco sarà un nuovo giorno. L’Amore, l’unità, il sì continuano.


27 febbraio 2008, Aula Paolo VI

L’emozione vola in alto. Grazie Santo Padre.
Ho appena incontrato Benedetto XVI. Il motivo dell’incontro doveva essere la consegna del manifesto ma le sorprese di Dio non finiscono mai.

Quando alle 11.52 nell’Aula Paolo VI il Papa si è fermato ad ascoltarmi, si è fermato il mondo. Tutto è sparito: i pensieri, la tanta gente intorno. C’era solo il Santo Padre, il suo sorriso, il suo sguardo. “Santità, questo è l’inno alla vita che girerà il mondo attraverso i giovani. Lo tradurremo in tutte le lingue. Anche Chiara l’ha fatto suo”. Si è soffermato quasi ad accarezzare la scrittura della condivisione di Chiara.
“E’ una preghiera che aiuterà a sperare tutte le persone che non hanno permesso alla vita di vivere. E per ringraziare Chiara per tutto quello che ha fatto nella sua vita le abbiamo dato il premio Artigiano della Pace”.

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Il Santo Padre parlava con il sorriso e il silenzio, parlava nella calma, senza fretta. Si é informato sulla salute di Chiara, ha gioito che lei avesse fatto suo questo inno. La sua apertura così ampia mi ha fatto aprire ancora di più il cuore.

“Santità sto facendo un pellegrinaggio riservato a piedi di 1000 km”. “1000 km?” mi dice lui sorpreso. “Ma chi le dà questa forza?”. “Santità, i giovani sono i più poveri al mondo, con questo sacrificio voglio metterli al centro e penso che camminare a piedi nel silenzio e in preghiera aiuti ad ascoltare meglio i suggerimenti di Dio che vuole che ogni uomo si realizzi ed entri nella pienezza”.
Non dimenticherò il suo sguardo paterno e le sue parole: “E’ proprio vero, i giovani sono i più poveri al mondo”.

Volevo testimoniare con un abbraccio la gratitudine per avermi donato un’attenzione così intensa per i cinque minuti in cui si è fermato il mondo. L’ho fatto con il pensiero e con le parole.
Grazie Santo Padre.

di Ernesto Olivero



Il manifesto “Ti voglio bene mamma”

 

 

 

 

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