Per disegnare un sorriso sul loro volto

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro


Al ritorno dal viaggio e dall’esperienza vissuta nel 2005 in Toscana...


L'amore gratuito è una delle emozioni più intense che l'essere umano possa provare. E quando l'amore gratuito ti coglie dopo tanto male, dopo che il tuo piccolo mondo ti è crollato intorno insieme ai tuoi sogni di bambino o adolescente, quando hai visto tuo padre morire tra le braccia della mamma dopo un attentato armato alla tua auto, quando sei rimasto l'unico figlio di una madre che non smette più di piangere perché tuo fratello si è deflagrato sull'autobus mentre andava all'Università, quando vedi i tuoi amici correre e tu stai li seduto perché hai tutto il corpo pieno di schegge e una protesi al posto della gamba, allora questo amore gratutito ha un valore 1000 volte più grande, 10.000 volte più intenso. E infinitamente più dolce.

All’iniziativa di quest’anno c’era Eliyav Frankfurter: due anni fa, a 13 anni, era con tutta la sua famiglia al Park Hotel di Natania… era proprio all'entrata quando il terrorista camuffato da donna si è fatto esplodere. I suoi due fratellini sono volati dalla finestra. Lui è corso fuori a cercarli in mezzo ai cespugli… “E' un eroe, mamma” mi ha detto mio figlio dopo una lunga chiacchierata con lui fino a tarda notte nelle camerate con gli altri ragazzi.
E c’erano anche Alina e Reut, entrambe sopravvissute all'attentato sull'autobus di linea che proveniva dalla loro scuola a Gerusalemme, entrambe 13 anni, entrambe ferite dentro e fuori. E poi le tre splendide sorelle Miran, del moshav Keshet. Un terrorista aveva sorpreso i loro genitori nel sonno, nella loro casa e li aveva accoltellati ripetutamente.

C'erano così tante ragioni per colmare questi ragazzi di affetto, di attenzioni, di doni, di bene e loro erano cosi confusi e felici di questo amore inaspettato! Perché quando il male ti cala addosso comincia a seguirti da ogni parte, durante la giornata, nei tuoi pensieri, di notte, nei sogni che divengono incubi.
Ci sono stati momenti straordinari in cui insieme, religiosi e laici, di kibbuz e di città, tutti questi ragazzi hanno diviso una gioia che li ha riportati alla vita. Il sabato sera si è accesa insieme la candela dell'Avdalà e si è cantato abbracciati con gli occhi scintillanti, tutti insieme, senza distinzioni di sorta. Uniti da un male trasformato in tanto bene.

La mattina dello Shabbath, mentre sediamo sotto agli alberi, improvvisamente Orit mi guarda con stizza e mi dice: "Edna, io ti voglio tanto bene, sei stupenda… ma come hai potuto creare un Teatro con ragazzi ebrei e arabi insieme? Quando me l'hanno detto non riuscivo più a calmarmi!!". Orit ha perso due fratelli nell'ultima intifada e di sera, dopo le 18.00 non può più girare per le vie del suo villaggio vicino a Gerusalemme perché terroristi fanatici si divertono a fare il tirassegno sui passanti ebrei.
“È vero mia cara, lavoro con ragazzi ebrei ed arabi. Perché credo e spero che attraverso l'educazione e l'arte, attraverso l'amore si possa bloccare la violenza, il dolore, la malvagità di chi non ci accetta. Dobbiamo educare i ragazzi come te ed aiutarli a crescere allontanando dai loro cuori l'odio che li porta a farci del male e solo conoscendoci e vedendo chi siamo potranno smettere di accanirsi contro di noi!! Devo crederci, per te, per me, per tutta Israele!".

Ogni giorno sembrava di non avere più forze per consolare, per trovare le parole giuste. Stavamo per salire sul pullman per andare all'Acqua Park, erano già tutti pronti quando vedo Oded, 15 anni, in un angolo, lo sguardo cupo, racchiuso nella musica del disc-man. Lo chiamo, non mi risponde. Il dolore lo avvolge come una corazza. È lì che non sai se andare, parlargli, sollevarlo dalla sofferenza… ed è lì che all'improvviso ti sembra che una schiera di angeli proteggano quei ragazzi. Questo popolo così provato da tutti i dolori del mondo:
- “Hai nostalgia”?
- “Si” mi risponde senza alzare gli occhi.
- “Come si chiamava tuo fratello?” Una lacrima comincia a scendere dagli occhi scurissimi.
- “Nir”.
- “Raccontami di lui”. Tutti i ragazzi sono già sul pullman. Aspettano in silenzio, come se sapessero di cosa stiamo parlando, con pazienza, con rispetto, con amore.
- Nir era perfetto, era stato ufficiale all'esercito. Studiava al Technion di Haifa, aveva 24 anni, era bellissimo, esperto in tutto, spiritoso, sportivo... era bravo in ogni cosa!”
- “Cosa ti ricordi di lui?”
- “Ricordo ogni momento con lui, mi dava speranza, mi dava coraggio e forza, mi conosceva bene, mi voleva bene”.
- “Oded, ti piace questo viaggio?” – Oded inizia a piangere disperatamente.
- “Mi piace tutto, ma come posso godere di tutte queste cose se mio fratello è morto?”

Sono disperata con lui, vorrei solo piangere insieme a lui, abbracciarlo, e gridare al cielo ma prendo le sue mani tra le mie e gli domando: “Quand'è il tuo compleanno?”
- “È stato un mese fa!” mi dice senza capire tra i singhiozzi.
- “Mio caro, tuo fratello sarà con te per sempre! Nella tua anima, nel tuo spirito, nel tuo cuore! Questo viaggio è il suo regalo per il tuo compleanno. Questo è il suo modo per continuare ad incoraggiarti, a darti forza, a darti speranza! Su, vai a prendere il tuo costume da bagno. Dai a Nir la possibilità di ricordarti la parte più bella di se stesso! Lui è con te, lo sarà sempre!”

Dopo dieci minuti di viaggio in autobus verso il Parco, la mamma di Oded telefona improvvisamente da Israele. Io mi sento mancare. Questa madre ha sentito il dolore del figlio. Era come se Nir fosse veramente con noi.
Storie di disperazione, storie di tenerezza, di amicizia tra i ragazzi. Storie che si possono raccontare per merito di tutti coloro che ci hanno aiutato a realizzare questo sogno. A tutti coloro che hanno raccolto euro dopo euro quanto bastava per un viaggio cosi importante contagiati dall'idea di rallegrare qualcuno, di dare un attimo di tregua agli incubi, a certi sogni dai quali non ci si sveglia più.

“Per disegnare un sorriso sul loro volto” è stato un successo straordinario. Abbiamo visto atti di affetto inimmaginabili tra le colline toscane e i tesori d'Italia… e, se abbiamo viste noi queste cose, anche lassù in cielo Qualcuno le ha viste. E le benedizioni non tarderanno a venire.

Angelica Edna Calò Livnè

 

Le parole di due genitori e di alcuni ragazzi


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