Più responsabili

Pubblicato il 09-08-2012

di Gabriella Delpero

di Gabriella Delpero - Oggi è sempre più difficile capire la distinzione tra diritti e doveri, tra pretese e necessità, tra compiti e sacrifici. Tra tante altre cose, una mamma mi racconta che il suo bambino di otto anni si ostina a voler dormire nel lettone e che sempre più spesso il marito – dopo le solite, inutili discussioni – si trasferisce esasperato nella camera del figlio per poter riposare una notte comodamente. La signora spiega che tutto è nato per le caratteristiche del bambino, che fin da piccolo ha mostrato una gran paura del buio e un’ipersensibilità ai rumori, agli imprevisti, ai cambiamenti. D’altronde anche lei ricorda di aver dormito per anni nel letto con i genitori, che si sono sempre mostrati molto accondiscendenti nei suoi confronti e naturalmente disponibili a sacrificarsi davanti ad ogni sua esigenza. Secondo lei suo marito, invece, è molto più egoista e pretende che il figlio si comporti da grande semplicemente perché non è disposto a rinunciare a nessuna delle sue abitudini. Un’altra mamma accusa le insegnanti della figlia (quasi dodici anni, prima media) di essere troppo severe e molto poco attente ai bisogni degli altri: pretendono infatti che la ragazzina studi anche durante il week-end e non le consentono di tenere acceso il cellulare durante le lezioni, impedendo così ai genitori di esercitare il loro diritto di rimanere in costante contatto con la figlia per motivi di sicurezza. D’altro canto – commenta sconsolata – cosa si può pretendere da persone che non vivono più la loro professione come una vocazione e non sono più disposte a sacrificarsi per andare incontro ai bisogni degli alunni?

Un papà separato, invece, sostiene di voler a tutti i costi veder riconosciuto il proprio diritto di trascorrere in santa pace con i figli i pomeriggi ed i week-end stabiliti senza doversi occupare né della scuola, né della salute, né dell’igiene, né dell’educazione dei bambini, tutte cose che a suo parere spettano all’ex-moglie. È lei, infatti, a vivere tutta la settimana con loro e ad avere quindi il preciso dovere di occuparsi di questi problemi, mentre lui si considera già punito abbastanza dalla condizione di separato e dal conseguente sacrificio di dover andare avanti e indietro da una casa all’altra. Inutile dire che l’ex-moglie la pensa diversamente e lo accusa di essere immaturo ed egocentrico: lui vorrebbe per sé solo l’aspetto ludico dei figli, mentre a lei resterebbero tutte le responsabilità.

Pare proprio che oggi sia sempre più difficile capire la distinzione tra diritti e doveri, tra pretese e necessità, tra compiti e sacrifici. Per moltissimi genitori è perciò impossibile giungere ad una chiarezza di obiettivi che orientino le scelte educative quotidiane. Il più delle volte essi agiscono in modo istintivo, basandosi sulle sensazioni del momento o sui ricordi del passato, senza riferirsi a nessuna scala di valori, senza tener conto dell’età, dei bisogni, dei sentimenti, delle caratteristiche di ciascun figlio. Si vive troppo spesso a caso, senza valutare rischi e costi, preoccupati solamente di soddisfare nell’immediato i propri desideri (o quelli dei figli!) ed uscire il più in fretta possibile e senza fatica da ogni situazione scomoda. Occorre urgentemente un di più di consapevolezza, bisogna tornare a cercare la verità su noi stessi e sui nostri rapporti con gli altri, forse anche ammettendo che “amare il nostro prossimo allo stesso modo in cui amiamo noi stessi” non è affatto una bella frase piena di utopia, ma il segreto di un equilibrio psicologico e di una maturità umana che ci rende degni del nome di adulti.

GENITORI E FIGLI – Rubrica di Nuovo Progetto
Gabriella Delpero - Neuro psichiatra infantile

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