Ragazzo d’America

Pubblicato il 28-09-2018

di Renzo Agasso

di Renzo Agasso - C’era un ragazzo in Valle Stura, tra Cuneo e la Francia del sud. Oggi quel ragazzo sta nella Silicon Valley, California, USA, nel cuore della tecnologia informatica mondiale. Si chiama Loris Degioanni, classe 1974, nato a Vinadio, 900 metri d’altezza, un migliaio d’abitanti, patria di un’altra italiana da esportazione, la sciatrice Stefania Belmondo.

Loris è cresciuto serenamente, scalando montagne col papà, sciando col fratello. Ha subito amato il computer, la mamma pensava ci giocasse. Lui, invece, costruiva il suo futuro. Elementari a Vinadio, medie a Demonte, liceo scientifico a Cuneo, Politecnico a Torino. Una tesi di laurea geniale, che finisce in rete, fa il giro del mondo, viene utilizzata da un mare di gente.

Tra tutti, John Bruno, professore a Davis, in California, i cui nonni italiani sono arrivati in America sulle navi dei disperati e affamati. Chiama Loris, insieme fondano una start up di successo, la vendono, poi Loris da solo ne fa un’altra e poi un’altra. Oggi è sposato con Stacey, ha tre figli e ha fatto fortuna. Ha conquistato l’America.

Non è un cervello in fuga: prima o poi in Italia ci tornerà. Vuol essere sepolto, un giorno, nel cimiterino di Vinadio, in faccia ai suoi monti. Ci viene appena può, con famiglia al seguito: si può incontrarlo nella cartoleria della mamma.

Ha voluto condividere il successo con altri ragazzi italiani: li chiama laggiù, offre un lavoro affascinante, poi loro decideranno che fare, restare, ritornare a casa, andare altrove. Coi giovani piemontesi che arrivano sotto il sole della California Loris mangia la bagna caoda e sogna nuove avventure tecnologiche. È ricco, ormai, ma non arrivato. Fa pure volontariato, con altri italiani, per costruire ponti tra Italia e Stati Uniti, per offrire opportunità a giovani connazionali in cerca di futuro.

Il semplice ragazzo di montagna è un imprenditore di successo, che fa bene all’Italia in giro per il mondo. Ha imparato da bambino a camminare in salita. La sfida di arrivare in cima, non fermarsi, non tornare indietro. S’è temprato alla vita. Senza lamentarsi o dar la colpa agli altri, senza cercare scorciatoie o aiutini. Poi è andato alla conquista dell’America. Un italiano dalla schiena dritta, dagli occhi limpidi.

Dice: “Fare l’imprenditore è una cosa importante, anche magari un po’ patriottica. Se si vuole veramente contribuire al bene della società, creare lavoro è la cosa più patriottica che si possa fare”.

Renzo Agasso
PEOPLE
Rubrica di NUOVO PROGETTO

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