REQUIEM PER IL MURO

Pubblicato il 29-01-2010

di Loris Dadam

Rostropovich
Davanti al simbolo di 28 anni di guerra fredda ormai in briciole sta un uomo, con il suo violoncello. Si chiama Rostropovich, è un esiliato dall’URSS, amico di Solgenitsin.

di Loris Dadam

Il 9 novembre 1989 cadeva il Muro di Berlino e cambiava la storia dell’Europa, o meglio, dell’Europa come era uscita dalla seconda guerra mondiale. Vent’anni fa, significa che nessuno dei giovani d’oggi c’era e, se c’era, aveva pochissimi anni. Quindi la memoria di questo avvenimento probabilmente è molto limitata. Cerchiamo di spiegare. La Germania, uscita sconfitta dalla guerra mondiale, viene divisa fra i quattro eserciti occupanti: americani, inglesi, francesi e russi. Stesso destino avviene per la capitale, Berlino, divisa in quattro, ma completamente circondata dalla zona controllata dai russi, la Repubblica Democratica Tedesca o Germania Est (DDR). La zona controllata dagli eserciti occidentali si costituisce nella Repubblica Federale Tedesca (BRD).

Rostropovich La divisione del mondo in due blocchi, quello delle democrazie occidentali e quello comunista dell’Est, passa proprio nel bel mezzo di Berlino. Negli anni del dopoguerra, dal 1949 al 1961, circa 2,5 milioni di tedeschi dell’Est scappano ad Ovest. Per bloccare questa continua emorragia di uomini e risorse, il governo della Germania Est decide di costruire un muro lungo tutto il confine e, il 13 agosto 1961, vengono posati i primi blocchi di cemento del Muro, che dividerà la città per 28 anni, trasformando in pratica i settori occidentali in un’isola racchiusa entro i territori orientali. Si tenga conto che il Muro divideva 192 strade (97 tra le due parti della città e 95 tra Berlino Ovest e la Germania Est), 32 linee di tram, 8 linee di metropolitana di superficie (S-Bahn), 3 linee di metropolitana sotterranea (U-Bahn), 3 autostrade e numerosi fiumi e laghi. Il Muro ha subito, negli anni, numerose modifiche sempre allo scopo di rinforzarlo: alla fine era lungo più di 155 km, in cemento armato, alto 3,6 metri e composto di 45.000 sezioni separate, di 1,5 metri di larghezza, e, a partire dal 1975, il confine era anche protetto, nella cosiddetta striscia della morte, da recinzioni, trincee anticarro, oltre 300 torri di guardia con cecchini armati, trenta bunker e una strada illuminata per il pattugliamento lunga 177 km.

È stato in tutto e per tutto il simbolo della divisione del mondo e della guerra fredda. Dopo la sua costruzione le emigrazioni dalla Germania Est ad Ovest, che erano di 2.500.000 nei 12 anni tra il 1949 ed il 1961, si riducono a 5.000 nei 28 anni tra il 1962 ed il 1989. Nello stesso periodo il numero di cittadini della Germania Est, uccisi mentre tentavano di passare il Muro, è compreso tra 192 e 239, secondo varie fonti. Fra di essi anche donne ed alcuni bambini. è passato alla storia il famoso discorso che il presidente Kennedy fece il 15 giugno 1963 davanti al Muro: “Ci sono molte persone al mondo che non comprendono, o non sanno, quale sia il grande problema tra il mondo libero e il mondo comunista. Fateli venire a Berlino! Ci sono alcuni che dicono che il comunismo è l’onda del futuro. Fateli venire a Berlino! Ci sono alcuni che dicono che, in Europa e da altre parti, possiamo lavorare con i comunisti. Fateli venire a Berlino! E ci sono anche quei pochi che dicono che è vero che il comunismo è un sistema maligno, ma ci permette di fare progressi economici. Lasst sie nach Berlin kommen! Fateli venire a Berlino! [...] Tutti gli uomini liberi, ovunque essi vivano, sono cittadini di Berlino, e quindi, come uomo libero, sono orgoglioso di dire: Ich bin ein berliner! (sono un berlinese)”.

L’ultimo ucciso sul Muro, il 5 febbraio 1989, si chiama Chris Gueffroy. Aveva poco più di vent’anni. Sei mesi dopo, il 23 agosto 1989, l’Ungheria rimuove le sue restrizioni al confine con l’Austria e più di 13.000 tedeschi dell’Est scappano ad Ovest attraverso l’Ungheria. Nell’autunno iniziano le dimostrazioni di massa contro il governo della Germania Est ed il presidente della DDR Erich Honecker si dimette il 18 ottobre e viene sostituito pochi giorni dopo da un nuovo governo, che decide di concedere ai cittadini dell’Est permessi per viaggiare nella Germania dell’Ovest. Sentendo l’annuncio alla televisione, decine di migliaia di berlinesi dell’Est si precipitano alle uscite del Muro, i checkpoint, e chiedono di entrare in Berlino Ovest. Le guardie di confine, sorprese, non riescono più a rimandare indietro tale enorme folla. Sono costrette ad aprire i checkpoint e, visto il gran numero di berlinesi, nessun controllo sull’identità viene eseguito. Inizia una grande festa fra i berlinesi dell’Est e dell’Ovest. È il 9 novembre 1989.

Durante le settimane successive piccole parti del Muro vengono portate via dalla folla e dai cercatori di souvenir; in seguito viene usato dell’equipaggiamento industriale per rimuovere quasi tutto quello che è rimasto. La festa è grande e coinvolge tutti, compresi gli artisti di tutte le generazioni e di tutte le tendenze: Roger Waters (Pink Floyd) esegue The Wall dal vivo con una straordinaria coreografia e partecipazione di nomi dello spettacolo. Il grande violoncellista Rostropovich (foto p.11) - privato, anni prima, della cittadinanza sovietica - improvvisa un concerto davanti al Muro. L’evento, ripreso dalle telecamere di tutto il mondo, viene considerato il requiem per il Muro e la guerra fredda. Il 18 marzo 1990 furono tenute le prime e uniche libere elezioni della storia della Repubblica Democratica Tedesca; esse produssero un governo il cui principale mandato era quello di negoziare la fine stessa dello Stato che rappresentavano.

La Germania fu ufficialmente riunificata il 3 ottobre 1990. Da questa data si può dire che il mondo uscito dalla seconda guerra mondiale è sostanzialmente finito. Si apre un periodo di grandi trasformazioni e di grandi speranze di pace e democrazia. Durerà fino all’11 settembre 2001.

Loris Dadam
da Nuovo Progetto ottobre 2009

 

 

 

 

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