Richard Bona - Tiki

Pubblicato il 09-08-2012

di gianni

di Gianni Giletti - La storia di questo artista è straordinaria: nato in un villaggio del Camerun da una famiglia di musicisti, cominciò a cantare e a esibirsi da bambino insieme alle sorelle e, non essendoci negozi di musica nei dintorni, si costruì da solo ogni sorta di strumenti musicali, dai flauti alle percussioni ad una chitarra con le corde fatte con i cavi usati dei freni delle biciclette (!)  e imparò a suonarli tutti.
Trasferitosi nella città vicina, a soli 11 anni cominciò a lavorare come musicista e gli capitò di ascoltare un disco di Jaco Pastorius, modello di tutti i bassisti. Lì la sua vita cambiò, capì che voleva soprattutto suonare il basso e studiò ed esplorò la musica di Pastorius, dei Weather Report, della fusion, del jazz e degli altri generi.
A 22 anni si trasferì a Parigi, dove raffinò le sue conoscenze musicali, oltre che suonare con grandi artisti africani come Manu Dibango e Salif Keita e poi fu chiamato a New York, dove firmò un contratto con la Columbia e cominciò a scrivere dischi suoi.
Questo è il suo quarto disco ed è un disco che ti spiazza, perché contiene ovviamente elementi musicali africani ma sono mescolati con musiche diverse come il jazz e la fusion in modo assolutamente originale, creativo e estremamente godibile.
In altre parole, Tiki è un disco fresco, piacevolissimo da ascoltare, suonato da musicisti con notevoli capacità e mai noioso. Scusate se è poco.
Buon ascolto.
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Cat StevensRichard Bona
Tiki
Decca 2006

 

 

 

La Musica che non c'è – Rubrica di Nuovo Progetto

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