Risurrezione

Pubblicato il 01-09-2023

di Chiara Dal Corso

Appartenente al già ricordato monastero di Decani in Kosovo, in questo affresco troviamo la raffigurazione iconografica di uno degli episodi riguardanti la risurrezione di Gesù narrati nei vangeli. Come infatti nel vangelo gli episodi sono diversi per dettagli e per situazioni narrate, così le icone raffigurano aspetti diversi.

Nell’affresco è stato rappresentato l’incontro di due donne con il Risorto (potrebbe facilmente essere quello narrato nel Vangelo di Matteo): le donne sono Maria di Magdala (che anche negli altri vangeli è sempre la prima a vedere il Signore risorto) e “l’altra Maria”, che non è la madre di Gesù (la quale non ha bisogno di andare al sepolcro perché sa che il figlio non è più laggiù). In questa immagine non ci sono dettagli se non le figure e la loro gestualità.
Maria di Magdala è riconoscibile dal colore delle vesti, rosso-arancio e verde. Gesù è negli abiti bianchi della risurrezione, la sua postura è la stessa che ritroviamo nella raffigurazione della discesa agli inferi: con una mano indica l’alto, il Padre che deve ancora raggiungere, e con l’altra sembra voler afferrare Maria, pur senza toccarla, così come nell’altra icona afferra Adamo per tirarlo fuori dagli inferi. La stessa Maria è nella posizione di Adamo, in ginocchio come in atto non di abbassarsi, ma di sollevarsi. Tutto parla di un movimento verso l’alto: è il movimento della risurrezione, che Gesù compie non solo per se stesso, ma per “sollevare” con sé tutti dalla morte, e dalla vita “da morti”, verso un nuovo modo di vivere, verso una pienezza che non teme la morte, ma sa che c’è un oltre. Anche le rocce sullo sfondo sembrano frecce che puntano verso l’alto, come a dire la partecipazione di tutta la creazione alla stessa “tensione”, verso la stessa direzione.

Maria era stata liberata dal Signore da ben sette demoni, e dall’incontro con lui si era convertita e aveva lasciato la vita dissoluta per cui era diventata tristemente famosa.
Maria ha conosciuto profondamente in sé la potenza dell’amore di Gesù, di Dio, che l’ha “tirata fuori” dagli abissi in cui la sua anima era sprofondata.
Lei lasciandosi amare, liberare, è stata guarita dal suo insegnamento divino, dalla Parola del “rabbì” che ha accolto nel suo cuore tanto da diventarne discepola… tanto da seguirlo fin sotto la croce. L’amore di Maria di Magdala per il “suo” maestro l’ha portata fino lì, e poi, anche due giorni dopo, appena ha potuto, di corsa, fino al sepolcro, per poter prendersi cura almeno delle sue spoglie ancora una volta… Una nostalgia, un amore “impazzito” dal dolore la guida, un amore umano che fa quello che può – non ha ancora intuito che deve risorgere, ma lo cerca – e che il Signore sente, e non può non ascoltare, non consolare.
Forse è proprio questo il motivo per cui Maria Maddalena e le altre donne sono le prime a vedere Gesù risorto. Il grandissimo desiderio del loro cuore lo chiama, lo spinge irresistibilmente a manifestarsi a loro, a parlare loro, a donare loro l’immensa gioia e consolazione di rivederlo vivo e invincibilmente Vivo per sempre, e a renderle per questo le prime annunciatrici della risurrezione, anche per gli stessi apostoli. E le loro posizioni, in ginocchio o comunque chine verso Gesù, le mani alzate e protese verso di lui, riassumono in un’immagine il desiderio del loro cuore, l’attitudine di amore e di adorazione sincera, di profonda attrazione delle loro anime verso di lui, verso il loro Dio e Signore.

Un’immagine che diventa un’indicazione dell’atteggiamento del cuore che ci può avvicinare a Gesù, che possiamo dire quasi “costringe” il suo amore tenero, di Padre, di Amico, di Fratello a farsi vicino a noi, a manifestarsi a noi, nella nostra vita, nel nostro cuore e a volte anche ai nostri sensi; perché non può ignorare il grido sincero di un cuore spezzato che non lo esclude dalla sua vita, ma lo cerca, e si rivolge a lui con fiducia, con amore. E allora, vedendoci davvero disposti e desiderosi di incontrarlo, potrà finalmente fare ciò che lui stesso desidera di più: farci partecipi della sua vita piena, dei doni del suo Spirito, della sua vita risorta.
 

Chiara Dal Corso
NP maggio 2023

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