Salute, bene comune

Pubblicato il 08-07-2018

di Maria Pia Bronzino

di Maria Pia Bronzino - L’Arsenale della Pace di Torino trent’anni fa ha iniziato ad accogliere chi arrivava da lontano senza nulla, offrendo un letto, un pasto, la scuola di italiano, cure mediche. attraverso l’ambulatorio Giovanni Paolo II che ha iniziato la sua opera per i più poveri, tra cui gli immigrati senza servizio sanitario. Tutto è stato possibile grazie alla “restituzione” di medici e personale, sanitario e non, che hanno messo a disposizione tempo, risorse, competenze.

Negli anni siamo riusciti ad ampliare le risposte offerte in vari ambiti della salute. Oggi sono più di 120 le persone che prestano il loro servizio gratuito al centro medico. Dall’inizio sono stati visitati più di 60mila pazienti appartenenti a 126 differenti nazioni.

Pur avendo un’utenza ampia, si cerca di non dare solo una risposta ad una emergenza, ma di accogliere la persona con tutto il suo carico di sofferenza e di problemi, per farsi “prossimo” ai tanti che ci avvicinano.

Ricevere il farmaco necessario, curare i denti per recuperare la possibilità di masticare, vedere con gli occhiali adeguati sono fatti concreti che aprono al dialogo e alla reciproca accoglienza. Il bene fatto bene vale per tutti, non ha colori, non ha bandiere, non riguarda solo i credenti. Commuoversi di fronte al bisogno e immediatamente dopo attivare l’intelligenza, i saperi, la disponibilità per avviarlo a risoluzione è farsi concretamente prossimo. La gratuità del volontariato in una società dove tutto ha un prezzo e un costo, è un valore aggiunto inestimabile. Diventa ancora più evidente quando riesce a creare una rete tra realtà differenti che collaborano, come sta avvenendo nella nostra città, e in questo modo innesca un processo moltiplicatore di condivisione e solidarietà.

Il centro medico è gestito da personale volontario che, grazie alla disponibilità di una presenza quotidiana, garantisce l’apertura tutto l’anno. Sono medici, dentisti, infermieri, farmacisti, ottici che in questi 28 anni hanno permesso di erogare più di 200mila prestazioni. Questa disponibilità, che è restituzione di tempo e professionalità a chi è nel bisogno, diventa valore aggiunto per il quartiere e per la società. I medicinali somministrati dai medici sono frutto di donazioni di privati, medici, aziende, organizzazioni religiose o di volontariato, farmacie, Banco Farmaceutico. Il servizio è attualmente garantito da una sessantina di specialisti e dal 2015 si sono inseriti alcuni medici neolaureati in attesa di entrare nel mondo del lavoro.

Nel tempo sono aumentati gli specialisti che coprono vari settori della medicina (cardiologia; chirurgia generale; dermatologia; ematologia; fisiatria; gastroenterologia; ginecologia; neuro- logia; oculistica; ortopedia; otorinolaringoiatria; pediatria).

I pazienti stranieri continuano ad essere coloro che maggiormente affluiscono al poliambulatorio, ma aumenta il numero di italiani che usufruiscono soprattutto di cure odontoiatriche e fornitura di medici- ne non mutuabili e di occhiali. Nel 2016 le cinque nazioni più rappresentate sono state Marocco con il 36,60%, Nigeria (18,10%), Pakistan (6,65%), Italia (6,10%), Romania (5,13%).

Per far bene il bene si è negli anni costruita una rete con alcuni servizi pubblici e privati per offrire più risposte agli utenti e condividere l’esperienza: Banco farmaceutico, CPO (Centro di Riferimento per l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica in Piemonte), Coordinamento odontoiatria sociale, Cute project, M.I.S.A, Parole in movimento (Circoscrizione 7), SISM; studenti infermieri Cottolengo, studenti infermieri San Luigi. Tali collaborazioni permettono di avvicinare anche le persone che trovano difficoltà nel seguire un percorso sanitario. Emblematico è il Coordinamento Odontoiatria Sociale, ultima nata tra le collaborazioni con il servizio pubblico. È una rete che mette in sinergia i servizi dentistici volontari e la Città di Torino. È finalizzata ad offrire le prevenzione, cura odontoiatrica od ortodontica ai minori in affidamento e sta ampliando l’opportunità di cura anche agli adulti in difficoltà. Gli studenti dell’Università di Medicina e Chirurgia, tramite il Progetto Ambulatorio, frequentano il nostro centro affiancandosi ai medici volontari e iniziando quindi un’esperienza ritenuta molto valida per il loro futuro professionale.

Il Poliambulatorio del Sermig continua la sua opera con gratitudine per le collaborazioni in corso che ne hanno arricchito il servizio. Ha sempre le porte aperte per accogliere contributi di idee e di percorsi comuni, soprattutto con i professionisti della salute, con l’obiettivo di migliorare le opportunità di sostegno a chi è nel bisogno.

Mariapia Bronzino
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