Sarà colpa della TV?

Pubblicato il 09-08-2012

di Gabriella Delpero

di Gabriella Delpero - Televisione, internet, videogiochi. No alla demonizzazione, sì ad un uso intelligente.

Ecco la fatidica domanda, che sempre più spesso genitori, nonni, insegnanti (insomma, tutti quegli adulti che si trovano a svolgere un ruolo educativo) finiscono prima o poi col porre e porsi: “Ma non sarà tutta colpa della televisione, dei videogiochi, di internet e dei cellulari?”. Diffusissimo interrogativo, non c’è dubbio. Ma innanzitutto colpa di che cosa? Di qualsiasi cosa, si direbbe: dallo scarso rendimento scolastico ai più gravi disturbi del comportamento, dall’insonnia alla mancanza d’appetito, dal bullismo all’obesità, dalla mancata socializzazione alla dislessia, per finire naturalmente con la solita caduta dei valori e delle regole. Tutto ciò che oggi in campo educativo fa problema, suscita preoccupazioni o scatena ansie, pare destinato a far pensare (o sperare?) ad un’unica causa: l’onnipresente invadenza dei moderni mezzi di comunicazione.

I bambini di oggi sono bambini tele visionati, è diminuita drasticamente la loro capacità di ascolto e di attenzione, sono quotidianamente nutriti di immagini di violenza, di stupidità, di ignoranza e di sesso per nulla educative. Bambini e ragazzi assorbono l’aria che tira, si sa, e la loro mentalità ne viene a poco a poco plasmata. In effetti è vero che i media, per la loro natura e soprattutto per le leggi di mercato, tendono ad assumere il controllo dell’esistenza delle persone. In molti casi non sono più al servizio delle famiglie ma – al contrario – sono queste ultime ad avere assunto orientamenti, stili di vita, orari e comportamenti imparati da fiction e pubblicità.

Siamo cioè molto lontani da un utilizzo consapevole e ragionato di TV o internet, da una scelta attenta e critica di programmi e spettacoli, da una selezione intelligente delle informazioni utili (e dal conseguente scarto di quelle assolutamente superflue e a volte distorte). Tutto questo vale in particolare per bambini e ragazzi, più influenzabili e meno in grado di difendersi. Non illudiamoci. L’influenza di questo grande genitore che è la televisione sarà sempre più incisiva e profonda. Il punto è che questo serissimo problema viene vissuto dai veri genitori come fosse qualcosa di ineluttabile, frutto della naturale e anche meravigliosa evoluzione tecnologica della nostra società e come tale destinato ad un’espansione sempre più ampia e praticamente senza fine. Quindi senza possibilità di controllo sarebbero anche i danni e gli eventuali effetti collaterali indesiderati. Questo non è affatto dimostrato. Anzi, in alcuni contesti – del nostro così come di altri Paesi – stanno sorgendo o sono sorte associazioni di famiglie in grado di conquistare un certo potere sociale e riuscire così a condizionare la programmazione dei mezzi di comunicazione: esse naturalmente dovranno essere tenute in seria considerazione da parte dei produttori. Occorre quindi lottare per una rivalutazione del ruolo e della centralità delle famiglie nelle politiche per la comunicazione. Ma anche a livello individuale è possibile impegnarsi per un cambiamento, non certo facile né immediato, eppure assolutamente urgente.

È fondamentale aiutare i bambini a pensare, a distinguere, a confrontare opinioni diverse, a prendere in considerazione proposte alternative, ad osservare comportamenti altri rispetto a quelli che sono sotto gli occhi di tutti. Bisogna educarli allo sforzo della ricerca, alla fatica dello studio e dell’impegno, alla conquista onesta del risultato. Impopolare? Sì, eccome! “Nessuno è profeta in patria”.

Genitori e Figli – Rubrica di Nuovo Progetto

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