Segni dei tempi
Pubblicato il 20-06-2019
di Annamaria Delprete - Continuiamo a percorrere la genealogia di Gesù e incontriamo la “moglie di Uria”, Rahab e Rut.
Della moglie di Uria sappiamo poco: essa divenne la moglie del re David che aveva dato ordine di uccidere il marito. La gravità del caso diventa mistero, considerando che il re poteva permettersi tutte le donne che voleva. Probabilmente l’evangelista la cita per ricordare che anche i più gravi peccatori entrano nella genealogia del Salvatore.
Rahab, la prostituta trasformata dalla fede. È donna capace di leggere la situazione storica, oggi diremmo i segni dei tempi che la guidano alla verità: «Il Signore è Dio lassù in cielo e quaggiù sulla terra»; una professione di fede seconda solo a quella di Abramo. Ella aveva sentito i suoi clienti che raccontavano come il Mare dei giunchi si fosse aperto al passaggio del popolo guidato da Dio e come Mosè avesse vinto i potenti re dei Paesi al di là del Giordano. Questa notizia la porta ad informare i due esploratori: «So che il Signore vi ha assegnato il Paese». Tale affermazione illumina il cuore di Giosuè che, quindi, decide di attraversare il Giordano per entrare nella Terra Promessa, sicuro dell’assistenza del Signore.
La fede della “prostituta” si trasforma in amore e si esprime nell’opzione fondamentale della sua vita che la porta a scelte dure, coraggiose drammatiche in una disponibilità totale al Dio di Israele nel quale ha creduto. Una fede che nasce dall’ascolto, ha “serbato nel suo cuore” tutto ciò che si diceva attorno a sé e ne ha fatto esperienza. La potenza divina annulla la baldanza dei principi e dei governatori e ne suscita l’impotenza, mentre colma Rahab della sua forza divina.
La fede si trasforma in accoglienza e non teme di mentire al suo re per proteggere i due stranieri che hanno bussato alla sua porta, li nasconde, li guida alla verità del loro futuro e li indirizza sulla via verso il monte, rivelando loro il tempo della salvezza.
Rahab, la generosa prostituta di Gerico, è ricordata nel Nuovo Testamento anche nella lettera agli Ebrei, come donna di fede: «Per fede Rahab, la prostituta, non perì con gl’increduli, avendo accolto con benevolenza gli esploratori». Una fede che si esprime in opere concrete, come ricorda Giacomo nella sua lettera,citando il coraggio di un’ospitalità rischiosa: «Rahab, la meretrice, non venne forse giustificata in base alle opere per aver dato ospitalità agli esploratori e averli rimandati per altra via?».
Rut, la straniera posta alla pari delle “madri di Israele”.
La straniera che ha nel cuore la Torah con il suo amore verso il prossimo e il rispetto della tradizione. Per assicurare una discendenza al marito del quale è restata vedova rifiuta di tornare nella sua patria per seguire la suocera Noemi e il suo Dio: «Non insistere con me perché ti abbandoni e torni indietro senza di te; perché dove andrai tu andrò anch’io; dove ti fermerai mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio». Si affida alla suocera che la guida ad usare tutte le arti femminili per conquistare Booz, loro parente, rendendo, così, possibile una discendenza al marito defunto. L’augurio che la gente di Betlemme rivolge a Booz il giorno del matrimonio collega questa donna moabita con le madri di Israele: «Il Signore renda la donna, che entra in casa tua, come Rachele e Lia, le due donne che fondarono la casa d’Israele. La tua casa sia come la casa di Perez, che Tamar partorì a Giuda, grazie alla posterità che il Signore ti darà da questa giovane!».
Mai elogio più grande è riservato a donna straniera nella Bibbia. Rut, straniera, bisnonna di Davide, come le madri d’Israele!
Annamaria Delprete
Bible & Women
Rubrica di NUOVO PROGETTO