Semi di verità e di amore

Pubblicato il 02-09-2023

di Cesare Falletti

In questo tempo in cui viviamo nella luce del Cristo risorto, ricordiamo la sua promessa: non ci lascia orfani, ma ci manderà lo Spirito Santo, il secondo Paraclito, il Consolatore-Difensore-Amico che starà con noi e ci ricorderà le sue parole. Il Concilio Vaticano II ha molto parlato dello Spirito Santo e voglio ricordare alcune affermazioni, che non sono novità nella teologia della Chiesa, ma che riportano alla luce delle verità consolanti che non sempre sono state annunciate, predicate e che quindi non hanno potuto illuminare il popolo cristiano.
Spesso, infatti, ci si chiede come possono essere salvati coloro che non conoscono e non seguono Gesù, non appartengono alla Chiesa, non hanno ricevuto il battesimo, e tante domande del genere. Oggi, in cui non viviamo più in una società cristiana compatta e in cui, invece, siamo in contatto e amiamo persone di fede diversa, certe domande possono essere dolorose. Di qui l’importanza di conoscere bene la teologia e l’insegnamento del Concilio Vaticano II, vero dono di Dio all’umanità.

Il più importante documento del Concilio, la costituzione dogmatica sulla Chiesa chiamata Lumen Gentium, dalle sue prime parole, ci dona già uno sguardo molto importante.
Tutti sono chiamati alla salvezza, perché il Cristo è morto per tutti e non solo per i suoi discepoli. Naturalmente in primo luogo dobbiamo pensare ai suoi fratelli secondo la carne, che sono il popolo di Dio, anche se non l’hanno riconosciuto come Figlio di Dio e Salvatore e in seguito i musulmani «i quali, professando di avere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico, misericordioso che giudicherà gli uomini nel giorno finale». Ma il Concilio ricorda anche che Dio non è neppure lontano dagli altri che cercano il Dio ignoto nelle ombre e sotto le immagini, poiché egli dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa (cfr At 1,7,25-26), e come Salvatore vuole che tutti gli uomini si salvino (cfr 1 Tm 2,4).

Il fatto che la salvezza è offerta a tutti gli uomini e che lo Spirito Santo lavori con dei semi di verità e di amore in tutte le persone umane, ci fa comprendere qual è il dovere della Chiesa: annunciare la salvezza a tutti, senza costringere nessuno («La Chiesa proibisce severamente di costringere o di indurre e attirare alcuno con inopportuni raggiri ad abbracciare la fede, allo stesso modo in cui rivendica energicamente il diritto che nessuno con ingiuste vessazioni sia distolto dalla fede stessa», dice il decreto Ad Gentes dello stesso Concilio), perché tutti abbiano la gioia della speranza e della conoscenza dell’amore di Dio, così tanto grande che ha dato suo Figlio perché tutti siano salvi. In questa luce capiamo il comandamento del Signore che chiude il vangelo di Marco: «Predicate il vangelo a ogni creatura».

Tutti siamo figli di Adamo, uniti in una sola natura, che Dio stesso ha voluto assumere per esserci vicino e salvarci: credenti e non credenti; a tutti è dunque data la possibilità di accogliere liberamente il dono di Dio. Cristo è il nuovo Adamo e ci ha rivelato il mistero dell’amore misericordioso del Padre e anche qual è la nostra vocazione. A tutti è lasciata anche la libertà di rifiutare questo amore infinito: questo fatto rimane per noi un doloroso mistero: tuttavia mai potremo dire che un tale rifiuto è avvenuto o avviene. La costituzione Gaudium et Spes dice che dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire a contatto, nel modo che Dio conosce, col mistero pasquale. Con fiducia dobbiamo credere che Dio lavora in favore di tutti gli uomini, anche se non sempre possiamo capire come.
Anche se il Concilio non nomina la Chiesa, il Signore opera attraverso di essa che è il corpo di Cristo redentore dato all’umanità.
 

Cesare Falletti
NP maggio 2023

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok