Sermig e Tsunami

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro


A 18 mesi dallo Tsunami, riproponiamo un aggiornamento sui progetti in corso di realizzazione finalizzati a ricostruire case e strutture in un processo di rinnovamento e rafforzamento delle comunità colpite dall’onda anomala. Prosegue dunque la raccolta delle offerte per aiutare le popolazioni, tramite il conto corrente postale n°29509106, intestato: Sermig, causale: Maremoto Sud-Est Asiatico.


Contesto di riferimento

Il 26 dicembre 2004 è un giorno il cui ricordo resterà indelebile nella mente e nel cuore di milioni di persone dell’Asia - il giorno dello Tsunami, l’onda anomala la cui furia si è abbattuta con cieca violenza, in un disastro senza precedenti.

Nell’India meridionale ha causato più di 10.000 vittime, 8.000 nello Stato del Tamil nadu - 1100 km di coste, quello più gravemente colpito, in 13 dei suoi distretti. Famiglie si sono spezzate, bambini sono restati soli, anziani sono rimasti senza nessuno.

Secondo dati governativi, la popolazione in qualche modo colpita è di quasi un milione di persone, più di 126.000 le abitazioni distrutte o danneggiate. Decine e decine di migliaia di persone sono rimaste senza casa, senza i pochi beni, barche e attrezzi per la pesca - nove decimi della popolazione colpita sono pescatori - che giorno per giorno consentivano la vita. Anche zone agricole prossime alla costa sono state invase dall’acqua salmastra e per anni non potranno essere utilizzate.

Uomini, donne, bambini, vite reali, i cui volti abbiamo potuto vedere in tante immagini.
Per questa gente la “normalità” dell’esistenza è già una condizione precaria e sofferta. Specie per i più miseri e negletti, e, come spesso accade, per le donne. Il recupero dalla devastazione dello Tsunami deve anche essere un passo concreto e deciso verso l’emancipazione dei più poveri dalle condizioni e situazioni che non permettono loro la dignità di persone. E li lasciano così vulnerabili ad ogni calamità.

 


È la sfida di far nascere da un evento tragico, opportunità nuove di vita. Portare una dimensione di speranza per gli ultimi, i poveri tra i poveri.
E, come sempre in queste situazioni, senza che l’attenzione a questa così grave emergenza vada a scapito delle iniziative su cui già si progetta e si lavora, a loro volta essenziali.

L’impegno assunto dal Sermig nei progetti (sotto indicati) per la ricostruzione è notevole, straordinariamente importante. Ma semplicemente un gesto in più, quanto più possibile rapido e incisivo. Un gesto che, ancora una volta, nascerà dalla disponibilità di chi desidererà “farsi prossimo”, condividere una speranza, e offrire agli “ultimi” la possibilità di un destino diverso.

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