Sermig e Tsunami - Bisogni rilevati

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro



BISOGNI RILEVATI



La definizione del progetto e degli interventi in cui si articola, è stata attivata in seguito a contatti con la Congregazione delle Suore di Sant’Anna della Provvidenza - con la quale è di lunga data il rapporto di amicizia e collaborazione con il Sermig - dal 1935 presente nel Tamil Nadu dove opera attualmente con una ventina di comunità, ed è stata immediatamente molto coinvolta nella fase di emergenza, ospitando diverse migliaia di sfollati principalmente nelle sue strutture scolastiche in Chengalpattu.

Con il loro appoggio si è organizzato un primo viaggio di Ernesto Olivero e un collaboratore (21-25 gennaio 2005) presenza finalizzata allo scopo di incontrare la realtà, il vissuto della gente, le esperienze di chi agisce da tempo sul posto e anche in questa tragedia si è messo a disposizione. Insieme capire e definire priorità di intervento e cercare di mettersi in condizione di attuarle nel minor tempo possibile.

Parte dei profughi è rientrata. Gestita la fase immediata di crisi ed emergenza, grazie in particolare al contributo della gente del luogo, si tratta ora di realizzare interventi di recupero permanente delle condizioni e degli strumenti di vita: ricostruire case, scuole, in siti più protetti; provvedere barche e reti per tornare a procurarsi di che vivere. Organizzare opportunità di recupero in particolare per i ragazzi e i giovani, passando anche attraverso formazione umana e professionale, orientata alle opportunità locali di attività. Realizzare, nel miglior modo possibile, e anche il più rapidamente possibile.

Al di là delle specifiche delle realizzazioni da implementare, ancora una volta è tuttavia apparso fondamentale un aspetto: il coinvolgimento, il rinnovamento e il rafforzamento delle comunità locali, anche attraverso le organizzazioni che operano a loro favore, una volta compresa la qualità del loro impegno e il metodo di azione.

Sebbene limitato il tempo di permanenza, grazie a contatti già esistenti, e a quelli che a loro volta sono stati proposti, è stato possibile svolgere sia una ricognizione in diverse realtà colpite dallo tsunami - in Chennai, e in diversi villaggi dei distretti a sud di essa nell’arco di un centinaio di km - sia dialogare approfonditamente con responsabili di entità la cui opera già molto significativa, intendeva ora rivolgersi al sostegno della ricostruzione.

Avviate con loro ipotesi di lavoro già piuttosto circostanziate, in febbraio e marzo, sono state così portate avanti attività di ricognizione approfondita di situazioni e necessità specifiche, e soprattutto di coinvolgimento dei possibili beneficiari sia al livello più base, che dei loro esponenti e leaders.

Coinvolgimento di tutti e costruzione/rafforzamento della leadership locale sono stati intesi come un obiettivo essenziale: un potenziale sovente inespresso ma che deve entrare in gioco in maniera decisiva affinché un intervento di emergenza possa trasformarsi in un progetto di sviluppo, tarato sulle potenzialità locali di risorse, idee e capacità.

Promuovere le capacità di essere, di agire, di scegliere, costruire un tessuto comunitario, sono alla base per rinnovare e rafforzare la vita dei villaggi. Aprendosi a nuove opportunità di utilizzo delle risorse locali per migliorare le opportunità di sussistenza e la qualità della vita.
L’opportunità di una vita degna dei villaggi è la sola alternativa all’inurbamento selvaggio e senza speranza dei più poveri. Una priorità assoluta per uno sviluppo più equilibrato e sostenibile, sotto ogni punto di vista.

È altrettanto essenziale la necessità che da questa situazione nascano azioni rivolte a promuovere anche il miglioramento di un ambiente sociale caratterizzato sovente da situazioni di emarginazione profonda di ampi settori, responsabili di aggravare e perpetuare condizioni di miseria materiale e umana.

Le donne intanto, che, assieme alla propria dignità, devono veder riconosciuto il loro consueto ruolo propulsivo nell’identificare e sostenere le priorità di vita per le famiglie.

I “senza-casta” o “intoccabili”, la cui eguaglianza in termini di diritto, benché formalmente sancita, è di fatto finora disattesa. Sono perlopiù lavoratori a giornata senza proprietà personale, dipendenti da pescatori o coltivatori di casta superiore; si sono sovente ritrovati esclusi dagli aiuti di emergenza, ed hanno dovuto impegnarsi per ottenere qualcosa.

Per potere cogliere le “opportunità” che anche una situazione di crisi può determinare, è necessario che gli interventi di aiuto si focalizzino sul promuovere nuove opportunità di vita per i gruppi più emarginati, diano dignità, consapevolezza, partecipazione, qualità di vita.




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