Shawn Colvin
Pubblicato il 10-08-2011
Cover girl (1994) Un pugno di canzoni, una grande voce. In fondo basta poco per fare un disco che coinvolga.
di Gianni Giletti
Se poi le canzoni sono cover (in italiano classici) allora il gioco sembra più semplice. Invece Shawn Colvin, americana del Sud Dakota, si complica la vita. Mescola autori conosciuti (Dylan, Sting e altri) con emeriti sconosciuti, ne manipola le canzoni in maniera robusta e tenta la carta della personalità per fare un gra
nde disco.
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Ci riesce perché la sua voce (e anche la sua chitarra) hanno in effetti una grande personalità, sia che faccia un blues (Killing the blues, splendida ascoltala qui ) sia che stravolga un pezzo di Tom Waits come Ol’55 (portato al successo dagli Eagles).
L’unica nota stonata sono gli arrangiamenti elettronici un po’ dozzinali che le costruiscono intorno quando suona solo lei. Un disco così avrebbe meritato strumenti veri in tutti i pezzi, ma tant’è... Questa stonatura comunque non basta a sconsigliarvi il disco.
Gianni Giletti