Storie di Natale - India

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro


Renato Rosso ci scrive i suoi auguri dall'India, raccontandoci di regali di Natale inconsueti…


...d. Renato Rosso

 Cari Amici,

si avvicina il compleanno di Gesù. Le nostre riflessioni e azioni possono diventare più profonde proprio perché cominciamo a respirare l'aria di Betlemme. Raccontiamoci storie d'amore, sono le uniche che fanno bene al cuore.

Sono passato da poco in Jarkan e nel piccolo villaggio di Shantal: sessantaquattro persone si erano ammalate di malaria celebrale e kalajar, due brutte malattie generalmente mortali. Negli ultimi due mesi quarantadue tra bambini e adulti erano già morti e ventidue stavano disperatamente lottando per sopravvivere. Tre suore di Sant'Anna (congregazione indiana) correvano da una famiglia all'altra con iniezioni e medicine varie, tentando di salvarne qualcuno. Quel luogo di missione è ad alto rischio di vita, ma le suore sono là e non lasciano soli i loro pazienti.
Nella stessa regione, lo scorso anno, due sacerdoti giovani sono morti per la stessa malattia. Le zanzare non guardano in faccia a nessuno, ma per fortuna ci sono cristiani che non guardano in faccia nemmeno le zanzare della malaria celebrale e vanno avanti nella loro missione.

Mi sono poi fermato a Madurai, dove vivono duecento famiglie di zingari, molto poveri. Essi non sanno fare particolari lavori produttivi e per dare da mangiare ai propri figli si flagellano in pubblico, con un rasoio si tagliano quattro o cinque volte su un braccio e mentre il sangue esce chiedono un po' di soldi alla gente, che riceve per questo una speciale benedizione. È come dire: io prego per te oppure io do un po' del mio sangue a Dio per te, perché Dio ti benedica e tu dammi qualcosa da mangiare per me e per i miei figli. Le donne percuotono i bambini, mentre i mariti o figli fanno questo rituale che ripetono due o tre volte la settimana. In ciascuno di noi c'è una gran voglia di vivere e di far vivere i propri figli…

Nella stessa periferia c'è una famiglia di zingari indiani, i quali hanno avuto la fortuna di andare a scuola e sono diventati insegnanti. Quattro anni fa, volendo fare qualcosa per il loro gruppo, hanno adottato trenta bambini tra i loro parenti e hanno iniziato ad offrire migliore alimentazione, salute e specialmente scuola. La gelosia di alcuni vicini ha messo a fuoco la bella casa in bambù, costringendoli a testa bassa a lasciare il villaggio, dopo aver riportato i bambini alle rispettive famiglie. Dopo due anni di vita in un appartamento affittato, essi vogliono tornare con il gruppo. Hanno adottato cinque bambini che si sono aggiunti ai loro due. I bambini accolti nella nuova famiglia sono orfani e di fatto senza famiglia. Maria Maheshwari ha già lasciato il lavoro per fare la mamma a tempo pieno, il marito Rajangam continuerà a fare l'insegnante e sostenere la famiglia ingrandita. E' il regalo che si sono fatti per Natale.

Intanto, mentre questi preparavano la loro nuova capanna, in Italia, una coppia di sposi astigiani con due figli, al momento di acquistare un alloggio più grande con la stanza per i bambini, hanno preferito dividere il loro alloggio e ricavare una stanza dalla cucina e dal corridoio. Così hanno solidarizzato con Maria e Rajangam e hanno fatto adozione a distanza dei nuovi cinque bambini che si sono aggiunti a quella famiglia. Adesso le due famiglie, una ad Asti e l'altra a Madurai in India, viaggeranno in tandem con i loro figli, figli adottati e figli adottati a distanza.

Un ultimo regalo di Natale. La famiglia Bent ha continuato a lottare e sperare quando per la loro bambina non c'erano più speranze: un tumore aveva compresso il cervello fin dalla nascita. I medici hanno ripetuto per trentadue volte: Se volete tentiamo un’altra operazione. In sei anni trentadue interventi chirurgici al cervello. È stata finalmente dichiarata: fuori pericolo. Che Natale!!!

I regali fatti tra i genitori e figli di cui ho parlato siano uno stimolo e un augurio, se abbiamo bisogno di una spinta per deciderci a partire.

d. Renato Rosso


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