SULLA PREGHIERA

Pubblicato il 31-08-2009

di bruno

 


SULLA PREGHIERA


Vi confido che raramente mi sento così al mio posto nel parlare
- ciò che devo fare tutti i giorni e più volte al giorno - come quando mi propongo di parlarvi della preghiera. Perché?
«Il Vescovo (...) dev'essere, tra i membri della sua Chiesa, il primo nell'orazione: nella recita della liturgia delle ore la sua preghiera è sempre fatta a nome e a vantaggio della Chiesa a Lui affidata».

Vi assicuro che questo pensiero mi ritorna tutti i giorni, all'inizio della giornata, quando scendo nella cappellina per la preghiera del mattino (...). In quel momento mi sento Vescovo non meno di quando vado in visita pastorale e ricevo preti o laici. Anche perché penso che quando mi tocca di parlare, ascoltare, discutere, decidere, mi è difficile dire poi se faccio bene o se faccio male; ma quando prego sono certo di fare una cosa giusta. Dio voglia che lo sia anche il resto.

Non si può davvero cavillare. Se c'è un insegnamento chiaro in tutta la Bibbia, richiamato con martellante insistenza nell'esempio e nella parola di Gesù, è la necessità, il dovere, l'efficacia della preghiera.
Un uomo dinamico come Paolo - non so se sia facile trovare nella storia chi più di lui ha faticato per il Vangelo - esalta la preghiera, la raccomanda in tutti i modi, prega intensamente. (...) Del resto si può concepire nella vita della Chiesa una preghiera senza azione? L'azione è feconda in quanto germina dalla preghiera. Anzi è lecito domandarsi se non sia da vedere nella preghiera la prima e fondamentale forma di azione.

In genere le comunità di vita contemplativa hanno quale scopo essenziale la preghiera d'intercessione. Vedremo solo nell'altra vita di che cosa siamo debitori alla preghiera di questi fratelli e sorelle che nel silenzio operano in modo straordinariamente efficace per la Chiesa.

Dobbiamo pregare: ma che sia vera preghiera. Che non sia soltanto la recitazione meccanica di formule, ma un vero parlare a Dio, secondo la definizione semplice ed essenziale che S. Agostino dà della preghiera: «La tua preghiera è un parlare a Dio. Quando leggi la Sacra Scrittura, Dio parla a te; quando preghi, tu parli a Dio».

Nella pratica della preghiera è cosa essenziale la fedeltà. Sappiamo bene che in certe circostanze il lavoro impellente obbliga a ridurre il tempo della preghiera, ma l'impegno di fedeltà ci aiuta a dare veramente la dovuta importanza alla preghiera, a non posporre abitualmente la preghiera all'azione, a limitare, occorrendo, l'azione, per non lasciar mancare il nutrimento abituale di preghiera.

Padre Michele Pellegrino

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