The Alan Parson Project - The Turn Of A Friendly Card

Pubblicato il 27-10-2012

di gianni

di Gianni Giletti - L’attacco è fulminante: una massiccia orchestra di fiati, che spara verso il cielo una melodia epica e solenne, poi l’entrata della batteria e degli strumenti elettrici che danno al pezzo una spinta poderosa; potrebbe essere un’alternativa alla colonna sonora del Gladiatore (fenomenale).
Poi la voce, che addolcisce un po’ l’incipit eroico, ma l’orchestra non molla e rimonta in un finale di brano davvero imponente.
L’autore di questo disco è un mito della musica dell’ultimo quarto di secolo; Alan Parson infatti fu il tecnico del suono del disco “The dark side of the moon” che lanciò i Pink Floyd nell’olimpo del rock contemporaneo e fece fare un salto in avanti alla tecnologia audio di quel tempo (1975) con le soluzioni avveniristiche che Parson progettò.
Dopo quell’esperienza, il Nostro non mise insieme una band ma un vero e proprio progetto musicale, gli Alan Parson Project, che si esibirono dal vivo con il contagocce, ma che entrarono prepotentemente nelle classifiche con dischi che si possono definire rock sinfonico, dove alla tecnologia della musica elettronica, uniscono melodie estremamente accattivanti e un uso, oserei dire spregiudicato dell’orchestra.
Per questo progetto Parson non chiamò rockstar ma onesti artigiani e sessionman non molto conosciuti che  fecero però un lavoro davvero notevole; qui infatti sono le idee di chi scrive che fanno la differenza più che la bravura di chi suona e canta.
Il risultato furono un pugno di dischi davvero speciali – dei veri e propri "concept  album" ovverosia album a tema -  che vendettero diversi milioni di copie e tra loro questo qui.
The Turn Of A Friendly Card parla del gioco d’azzardo, sulle sue implicazioni e conseguenze e più che un disco di canzoni, si può definire una suite, divisa in vari momenti.
Particolarmente incisivi sono gli ultimi cinque brani dove, dove il tema principale della title-track (la canzone che da il titolo all’album) viene ripreso con angolature e armonie diverse, non disdegnando assoli sparati di chitarra, ma anche lente ballate sognanti e ipnotiche.
Si finisce come si era cominciato: un’orchestra che piano piano sale di tono e che termina con un’esecuzione davvero energica e brillante.
Ehi, non aspettatevi però un disco noioso e pesante; tutt’altro, il Nostro qui si dimostra musicista sopraffino e sa come tenere su l’attenzione dell’ascoltatore; la tensione infatti non cala mai e le soluzioni musicali si sviluppano una dopo l’altra con una naturalezza che sbalordisce.
Consigliato a chi ama musica diretta ed energica, senza però rinunciare alla melodia.

Clicca qui per un ascolto.


Alan ParsonThe Alan Parson Project
The Turn of The Friendly Card
Arista 1980

 

 

 

 

La Musica che non c'è – Rubrica di Nuovo Progetto

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