Una terra per pochi

Pubblicato il 26-11-2012

di Mariale Colette Meffire

di  Mariale Colette Meffire - Viaggio nelle contraddizioni e difficoltà del Camerun.

Il Camerun è situato nel cuore dell’Africa e si affaccia sullo strategico golfo di Guinea. Ex colonia francese e inglese, nonostante le sue ricche risorse naturali, è uno dei Paesi più poveri del mondo a causa della corruzione e della cattiva gestione. Girando per le strade di Torino, la città dove ora vivo, spesso incontro persone curiose di conoscere la mia nazionalità. Senza alcuna esitazione rispondo: “Vengo dal Camerun”. I miei interlocutori sorridendo di solito esclamano: “Oh, il Camerun! Che grande nazione per il calcio!”. Ricordo ancora il calciatore Roger Milla, talentuoso protagonista della nazionale camerunese, la prima squadra africana a raggiungere i quarti di finale di Coppa del Mondo del 1990. Grazie a Roger Milla talenti africani come l’ivoriano Didier Drogba che gioca nel Chelsea e Samuel Eto’o, che ha giocato nell’Inter, sono noti e venerati.
Anche se molti sono affascinati dalla magia del calcio del Camerun, non sanno che è diventato una fonte di scherno e di vergogna per la brutta nella Coppa delle Nazioni Africane appena conclusa. Proprio come in ogni altro settore della vita pubblica, in Camerun i leoni indomabili fanno i conti con la corruzione, la poca credibilità e la cattiva gestione.

L’EVOLUZIONE POLITICA
Nel 2010 il Camerun ha festeggiato i primi cinquant’anni di indipendenza, ma le celebrazioni sono state prorogate fino al 2011 a motivo di una controversia sorta sulla data esatta di indipendenza, dal momento che le zone amministrate dai francesi e dai britannici ottennero l’indipendenza in date separate: la sezione francofona il 1 gennaio 1960, quella britannica nel 1961, anno in cui si costituì la Repubblica Federale del Camerun. Questa discrepanza tra più date è al centro di una disputa di lunga data tra lo Stato e il gruppo secessionista. Il Consiglio nazionale del Camerun meridionale (SCNC) sostiene che gli anglofoni sono stati sistematicamente sottoposti a discriminazione e sfruttamento, torturati e incarcerati ogni volta che alla vigilia di ogni 1 ottobre organizzavano manifestazioni considerate illegali dal governo.
Lo SCNC, alcuni partiti di opposizione come il leggendario UPC e altri come Marie-Louise Eteki Otabela, appassionata attivista politica, si sono opposti fortemente alle commemorazioni dei 50 anni di indipendenza del Camerun. Queste forze sono solo la punta di un iceberg politico che esisteva fin dall’epoca del governo di Ahmadou Ahidjo che governò il Camerun con il pugno di ferro dal 1960 al 1982, imponendo un sistema a partito unico ed eliminando gli oppositori politici. Dopo le sue dimissioni del 1982, Ahidjo fu costituzionalmente sostituito dal primo ministro Paul Biya. Ma Ahmadou Ahidjo rimase comunque al timone del partito unico, l’Unione Nazionale del Camerun (CNU). In seguito si auto esiliò prima in Francia e poi in Senegal, dove morì nel 1989.
L’esilio di Ahidjo aprì il vaso di pandora delle manovre politiche. I suoi partigiani tentarono più volte di ripristinare il vecchio regime. Nel 1984, Paul Biya, sopravvissuto a un colpo di stato, comportandosi come i suoi predecessori, instaurò un governo autoritario e trasformò il CNU nel Movimento Democratico del Popolo del Camerun (CPDM), formazione che ha dominato la scena politica per quasi un decennio. Tipico dittatore, il presidente Biya è il capo delle forze armate, della magistratura e del sistema giudiziario. Nei primi anni ‘90 il vento del cambiamento soffiava attraverso il Camerun e il primo partito di opposizione, il Fronte Sociale Democratico (SDF), fu coinvolto nella città di Bamenda in uno scontro sanguinoso da parte delle forze di sicurezza. Ma il tentativo da parte del governo di sbarazzarsi del SDF fallì. Da allora sono sorti più di 20 nuovi partiti politici, ma solo cinque sono rappresentati in parlamento insieme al CPDM, che ha una maggioranza schiacciante. Il partito di opposizione SDF, di cui è presidente Ni John Fru Ndi, sostiene di aver vinto le prime elezioni presidenziali multipartitiche nel 1992, ma ha perso terreno a causa di dispute interne.
Il 10 aprile 2008 resta una data storica in Camerun, dato che l’Assemblea Nazionale a stragrande maggioranza ha votato un disegno di legge che predispone la revisione della Costituzione per consentire un mandato illimitato al candidato per la presidenza. La mossa è stata descritta come antidemocratica da parte della maggioranza delle rappresentanze diplomatiche. Prima della sua adozione, violente manifestazioni di protesta con decine di morti e diversi arresti hanno avuto luogo in tutto il Paese. Le modifiche costituzionali hanno spianato la strada al 79enne Paul Biya in corsa per le elezioni presidenziali del 2011 e, alla fine, ha avuto una vittoria schiacciante.

MALESSERE ECONOMICO
Durante il governo del defunto presidente Ahmadou Ahidjo, l’economia entrò in un processo di ripresa. Il programma economico era incentrato sul miglioramento delle infrastrutture stradali, della scuola e anche del settore agricolo. Risorse come petrolio, bauxite, ferro, energia idroelettrica, legname, banane, cacao, caffè costituiscono la parte fondamentale delle esportazioni del Paese.
Statistiche della Banca Mondiale hanno posto il Camerun come il quinto più grande produttore di petrolio nell’Africa sub-sahariana con la produzione di circa 100.000 barili al giorno dal 1991 e uno dei maggiori produttori di cacao del pianeta con una stima di 200.000 tonnellate all’anno. Una piccola parte di questo cacao viene lavorato e commercializzato a livello locale, un’altra più consistente è destinata all’esportazione. Negli anni passati, il Camerun ha avviato una campagna internazionale per attrarre gli investitori, ma la corruzione è la causa che spinge gli investitori ad abbandonare il campo. La Banca Mondiale e alcune campagne anti-corruzione di organizzazioni internazionali hanno spesso indicato il Camerun come Paese a rischio per gli investimenti. Un articolo pubblicato da Voice of America riporta la dichiarazione di un membro della Commissione Nazionale Anti Corruzione del Camerun: “Non è facile avviare un’attività in Camerun e quando alla fine si fa, a volte ti ritrovi senza il 10% del capitale per ottenere che l’attività vada avanti”. Nel 1998 e nel 1999 l’organizzazione anticorruzione Transparency International, classificò il Camerun come il Paese più corrotto al mondo. A dispetto della guerra annunciata dal governo contro la corruzione, questa rimane un vero e proprio freno per lo sviluppo del Paese e ha avuto un impatto negativo sulle condizioni di vita delle persone.
 L’Independent US Central Intelligence Agency afferma che oltre il 48% della popolazione del Paese vive al di sotto della soglia di povertà, il che significa che quasi la metà degli abitanti vive con meno di un dollaro al giorno. Il tasso di disoccupazione è pari a circa il 30%, con i giovani fra i più colpiti.
Per quanto il governo si sforzi per far diventare il Camerun un’economia emergente entro il 2025, è importante agire contro la corruzione che ha rallentato il progresso del Paese per diversi anni. Una campagna anti corruzione denominata Operazione sparviero, lanciata alcuni anni fa, ha permesso l’arresto e la detenzione di decine di esponenti di alto profilo del governo. Ma gli osservatori hanno la convinzione che siano stati imprigionati solo i potenziali avversari politici delle forze al potere. Una democrazia vera e una forte volontà di cambiamento da parte di tutti i camerunensi sono indispensabili per avviare lo sviluppo economico.

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