Venite benedetti

Pubblicato il 04-06-2021

di Chiara Dal Corso

Ci sono argomenti oggi che sembrano tabù. Mentre in altre epoche sono stati temi ricorrenti. Proviamo a farci riportare dall'iconografia indietro di un po' più di mille anni. E scoprire cosa spinge un abate a ricostruire interamente la chiesa per il proprio monastero e a riempirne le pareti con affreschi che parlano di Cristo, di sua Madre, degli angeli, dei santi e profeti, dei martiri, che raccontano episodi del Vangelo e dell'antico testamento? E il Giudizio Universale? Certamente un'epoca più "spoglia" di immagini, di conoscenze, dove la diffusione dei libri era molto limitata.. e dove le conoscenze venivano tramandate a voce… ma anche una grande fede e un desiderio profondo di trasmetterne i tesori.

L'angelo che è nella foto si trova nella Basilica benedettina di Sant'Angelo in Formis, a Capua, Caserta. Di origini ancora ignote, le prime notizie si hanno della prima metà del X secolo. Nel 1072 Riccardo, principe normanno di Capua e conte di Aversa, dopo avervi costruito un cenobio la concesse all'abate di Montecassino, Desiderio insieme allo stesso il cenobio. Fu questo abate a far ricostruire la chiesa dalle fondamenta e commissionarne gli affreschi, che ne avrebbero riempito interamente le superfici interne. Questi affreschi la rendono un gioiello del "bizantino italiano", frutto della collaborazione tra artisti bizantini e botteghe locali, che insieme riescono a rendere le figure, le espressioni dei volti dalle caratteristiche guance di un rosso acceso e il dinamismo dei gesti con una freschezza particolare. Uno stile davvero unico. Per fare qualche esempio, si osservi nell'abside centrale il "volo" dell'uomo alato che regge la Parola di Dio (che rappresenta l'evangelista Luca) che raggiunge il Cristo in trono insieme all'aquila, e al leone e bue alati che rappresentano gli altri evangelisti. La freschezza dei colori e della gestualità del Bimbo Gesù in braccio alla Madre, nella piccola abside di destra.
E ancora negli episodi della vita di Cristo e del Nuovo Testamento che sono riportati, uno per tutti si osservi la scena dell'adultera, (già di per sé un episodio raro negli affreschi, indice di una scelta originale dell'abate) dove gli sguardi e gli atteggiamenti dei personaggi raccontano i diversi "stupori" dei presenti per come Gesù abbia risolto la questione salvando la donna. Così come nel ricchissimo ciclo di affreschi che sta sulla controfacciata e raffigura il Giudizio Universale, cui appartiene l'angelo riportato in foto. In alto, tra le finestre sono raffigurati i quattro angeli con le trombe del Giudizio; nella fascia centrale vi è il Cristo Giudice con la mandorla apocalittica, tra gli Apostoli seduti sui troni; più in basso i Beati, ed infine i Dannati.

L'angelo reca il cartiglio "venite benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo" come dice Gesù nel Vangelo di Matteo parlando della fine dei tempi (Mt 25, 31-46). Dà voce al Cristo Giudice e ci dice che questo "giudizio" è un giudizio di amore, che ha dato vita, dolore e sangue per salvare tutti, è il "giudizio" di chi ama e continua a chiamare coloro che ama "Venite", continua a soffrire perché siano salvati. Il giudizio è l'amore, che Dio creatore ha messo nelle sue opere, ha messo del suo in ognuno e questo amore, questa sua vita gliele rende sue. Solo chi continua in vita a rifiutare l'amore arriverà ad un momento in cui non saprà riconoscerlo, e rifiutandolo ancora una volta sarà rifiutato, perché l'amore non forza nessuno ad amare.
Come ben si sa queste grandi immagini avevano il compito primario di fare "catechismo", cioè di rendere visibile l'Invisibile, di aiutare il fedele a conoscere Cristo e la sua vita in mezzo a noi, a comprendere che la vita che viviamo e vediamo non è tutto, non si limita a ciò che vediamo ma c'è un Oltre che esiste molto più di quanto esista questa vita che in confronto è corta e molto limitata…
Allora il fedele, magari povero, analfabeta, entrando nella Basilica, si trova immerso in una meraviglia che gli svela un Cielo tutto a sua disposizione, tutto rivolto verso di lui, la sua vita, la sua famiglia, il suo popolo, un Cielo che riversa il suo amore su di lui, che è venuto in terra per insegnargli la strada per tornare a lui, nel grembo dell'Amore unico, infinito, che ci ha preparato la gioia vera, un nuovo regno di gioia, di pace, di non violenza, di comunione vera, di sapienza e rispetto…


Chiara Dal Corso
NP febbraio 2021

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