HAITI - ACQUEDOTTO POURCINE

Pubblicato il 16-07-2024

“I veri Santuari delle montagne sono le sorgenti”

“L’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani.

Questo mondo ha un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all’acqua potabile, perché ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità.

Questo debito si salda in parte con maggiori contributi economici per fornire acqua pulita e servizi di depurazione tra le popolazioni più povere.”

(Papa Francesco, Laudato Sì, 30).

 

 

Le sorgenti sono così preziose perché sono fonte di vita, creano un habitat unico, sono luoghi di grande bellezza, hanno spesso un valore culturale e storico importante per la comunità locale.

Le sorgenti d'acqua sono un tesoro prezioso da custodire con cura.

Proteggendo le sorgenti d'acqua, proteggiamo la vita, la bellezza e il futuro della comunità di Pourcine – Pic Makaya.

 

 

HAITI: UN PAESE ALLA DERIVA

Un’isola difficile da vivere, dove lo Stato via via si è dissolto, e il dominio sul territorio è esercitato da bande criminali in lotta tra di loro, e che non lasciano alla gente nulla per costruirsi una vita, a stento per sopravvivere.

Haiti è il Paese più povero dell’emisfero occidentale, profondamente sottosviluppato, ed estremamente fragile: da molto tempo un Paese alla deriva, risucchiato in un vortice di povertà, degrado ambientale, dittature, e instabilità politica. Il territorio è in larga parte montagnoso, densamente popolato, e deforestato – eredità di un passato di piantagioni di canna da zucchero coltivate da molti schiavi; la vulnerabilità ambientale amplifica le conseguenze dei ricorrenti e devastanti cicloni. Non mancano ancora grandi catastrofi come il terremoto del 2010 e quello del 2021. Enorme la disparità tra i pochissimi abbienti e la gente che vive in assoluta precarietà in bidonvilles urbane e rurali. Quasi unica risorsa una piccola agricoltura di sussistenza, oltre all’emigrazione clandestina verso la vicina Repubblica Dominicana, la cui situazione è ben migliore. Nella totale insufficienza di infrastrutture – con diverse parti del territorio poco accessibili -, energia elettrica, acqua potabile e sistema fognario, il livello di igiene è subumano. Altrettanto insufficienti le strutture sanitarie. Malnutrizione, epidemie, e malattia per molti ne sono le conseguenze.

 

PADRE MASSIMO MIRAGLIO

I religiosi Camilliani della Provincia Piemontese sono comunque presenti ad Haiti dal 1995: presenza che non può portare risposta ad ogni problema, ma che - attraverso un servizio in campo sanitario e sociale - vuole testimoniare amore per gli abbandonati, e la possibilità tangibile, accanto a loro, di costruire un po’ di speranza dove non sembra immaginabile.

Nella periferia di Port-au-Prince, hanno realizzato e gestiscono giorno per giorno il Centro socio-sanitario ‘Foyer Saint Camille’. Mentre a Jérémie, capoluogo del dipartimento della Grand’Anse, è in costruzione un nuovo ospedale, specializzato nella cura, anche chirurgica, delle lesioni cutanee gravi – con anche un sostegno del Sermig.

 

A Jèremie è di casa, il missionario Camilliano Padre Massimo Miraglio, originario di Borgo San Dalmazzo, (nella foto ad una recente riunione della Re.Te. al Sermig a Torino), da 18 anni ad Haiti, e responsabile della costruzione del nuovo ospedale.

Dopo il disastroso sisma del 2021, Padre Massimo è stato responsabile di un vasto programma di cliniche mobili nelle zone montagnose

 dell’entroterra di Jérémie – sostenuto con impegno dal Sermig – con uno staff di medici e infermieri. Passata la fase acuta della emergenza post-sisma, il lavoro nelle comunità delle montagne è continuato, per prendersi cura di questa parte della popolazione, isolata, spesso senza sacerdoti che potrebbero guidare le piccole comunità locali a unire gli sforzi per uscire dalla miseria. Quindi, stabilire dei legami con la comunità locale, e lavorare sui bisogni più urgenti: abitazioni, strutture comunitarie, alimentazione, accesso all’acqua…

 

Padre Massimo quindi da alcuni mesi si occupa della gente dell’area di Pourcine, nei pressi del Pic Macaya, seconda montagna più alta di Haiti, 2.347 metri, zona di fitte foreste di pini, ricco d’acqua e di biodiversità

 

«La zona è molto isolata e la crisi del carburante impedisce alla gente di portare al mercato, in pianura, i prodotti della terra, unica fonte di sostentamento». Per raggiungere la zona, usa un veicolo adattato a fuoristrada. Il viaggio dura tre ore e poi ne percorre altre 4 a piedi. «Nel corso delle visite, oltre a somministrare i sacramenti e celebrare l’Eucarestia - racconta - ho allestito una piccola clinica mobile e iniziato qualche attività di sostegno alle famiglie più in difficoltà. Vorrei ricostruire la piccola chiesa che ospita anche la scuola elementare, realizzare una tensostruttura per la materna e organizzare un piccolo ambulatorio» servizio per ora svolto nelle due stanze della canonica...

 

Come Sermig, una prima collaborazione è stata sul tema dell’igiene:

sono stati inviati dal gruppo Re.Te. di Bergamo, due apparecchi per l’autoproduzione di ipoclorito di sodio mediante elettrolisi di acqua e sale, strutturati per essere alimentati da energia fotovoltaica.

Una tecnica di semplice utilizzo e dunque perfettamente gestibile in autonomia.

La soluzione di acqua e ipoclorito prodotta consente di igienizzare ambienti, e migliorare molto la qualità dell’acqua per il consumo umano. Prevenendo quindi la diffusione di molte malattie – nell’area il colera è endemico e comuni altre malattie trasmissibili dall’acqua: diarree acute, tifo, infezioni parassitarie…

 

IL PROGETTO

Padre Massimo ci ha richiesto di collaborare – con contributi di progettazione, e delle necessarie risorse – alla realizzazione di un piccolo acquedotto a gravità che, senza necessità di pompaggio, dalla montagna convogli a Pourcine acqua sicura per il consumo per tutta la gente che vi abita.

La adeguata, stabile, sostenibile disponibilità di acqua sicura per il consumo umano è il tassello che sostiene e rilancia ogni altra iniziative per il miglioramento delle opportunità e della qualità della vita della gente.

 

BENEFICIARI

L’attuale bacino di utenza conta più di 1.000 persone; ma con un certo tasso di incremento, anche per la prevista concentrazione di gente che ora abita a quote più elevate. La portata dell’acquedotto considera di poter avere una disponibilità minima di 25 litri/gg per persona, oltre a fornire anche strutture comunitarie.

Come ovunque, la cattiva qualità dell’acqua è tuttora la principale causa di malattia, anche letale – gastroenteriti, dissenteria, tifo - e quindi carente sviluppo delle comunità. Il risultato in precedenti altre esperienze è che in breve tempo la morbilità complessiva nella comunità si riduce drasticamente.

 

CONDOTTE ED OPERE CIVILI

Si tratta di realizzare innanzitutto un’opera di presa per la captazione dell'acqua di una sorgente a monte dell’abitato, a circa 1km di distanza, con camera di sedimentazione e filtraggio fine di sabbia e pietrisco.

L’area della sorgente va altresì protetta da intromissioni umane e di animali, lasciando incontaminata l’acqua.

 

Quindi la condotta principale, limitandone la pendenza anche con artificiosi allungamenti del percorso, per gestire adeguatamente la morfologia; con valvole di sfiato – nei punti di ‘massima’ – e valvole di spurgo – nei punti di ‘minima’; con accessi alle camere adeguatamente funzionali a frequenti controlli e pulizia.

 

La condotta termina nel serbatoio di accumulo, installato in posizione dominante, per garantire una pressione sufficiente alla successiva distribuzione alle fontane, punti di accesso all’acqua, che verranno posizionate nel pianoro dove si trova il villaggio di Pourcine.

La qualità dell’acqua della sorgente che verrà captata è reputata buona; nondimeno sarà sottoposta ad accurata analisi microbiologica e chimico-fisica.

L’ipoclorito prodotto con gli apparecchi inviati potrà essere molto utile per mantenere la qualità dell’acqua, additivandone una quantità corretta nel serbatoio stesso. Potendo igienizzare poi anche i contenitori coi quali la gente si approvvigiona alle fontane – con adeguata sensibilizzazione delle famiglie.

 

RACCOMANDAZIONI

Siamo molto lieti della possibilità di questa realizzazione, che nel concreto testimonia amore per gli abbandonati.

Assieme una tangibile speranza diventa possibile.

 

Padre Massimo può di valersi oggi in loco di personale tecnico e contributi di logistica.

Ci affianchiamo con entusiasmo a questo caro amico. Desideriamo contribuire con le necessarie risorse, parecchie migliaia di Euro, per realizzare l’acquedotto nelle migliori condizioni possibili, perché sia base durevole per ogni altra iniziativa di promozione della vita in quelle comunità.

GRAZIE PER TUTTO QUANTO SARA’ POSSIBILE FARE!!!

 

Associazione Sermig Re.Te. per lo Sviluppo

IBAN: IT29 P030 6909 6061 0000 0001 481   Banca Intesa SanPaolo

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