La televisione alla sbarra
Pubblicato il 31-08-2009
Di chi è la responsabilità educativa? Della televisione o di chi le delega il compito di interpretare il tempo complesso che viviamo?
La televisione non è il nostro genitore, neppure il nostro educatore, ancor meno il nostro compagno di viaggio. Per cui affermare che: “la vita mi è passata davanti, e non me ne sono accorto” perché la televisione mi ha condizionato, o peggio ipnotizzato, è davvero mera giustificazione. La televisione è l’imputata? La corte che giudica saremmo noi? Coloro che non hanno tempo per una carezza, né per una preghiera? O forse la verità è che siamo noi ad aver creato tanti bambini spot?! |
Perché non ammettere che quando cominciano i compromessi con le proprie responsabilità di genitori, di educatori, di accompagnatori, si è destinati a una proiezione virtuale, che indica nei ragazzi un’imbecillità non loro, ma piuttosto nostra?
Dovremmo fare nostra la filosofia di S. Agostino, indipendentemente dalla fede che ognuno professa. Filosofia del dialogo e della relazione improntata a ribadire il valore della memoria, dell’intelletto, della volontà, per aiutarci a comprendere i segni di un disagio che è sempre più relazionale. Per non inciampare nella vulnerabilità delle giustificazioni, nelle incredulità costruite, nelle inadeguatezze improvvise. |
Il mondo comunque sarà sempre più basato sulle comunicazioni, ma ciò non contempla l’assunzione di un soggettivismo e relativismo che non accetta più alcuna verità. La famiglia, la scuola, la società sono sistemi divenuti complessi, e mettere ordine forzatamente equivarrebbe a creare un surplus di disordine. Perché dove c’è una complessità essa non sottende una complicanza; la differenza fondamentale sta nel tempo… e di tempo non ce n’è mai a quanto pare.
Ho l’impressione che non sia la televisione l’accusata, bensì le stagioni di parole che passano e che non riescono più a disegnare quelle lezioni straordinarie per non intendere, come ha detto qualcuno che: un semaforo rosso è solo il punto di vista del comune, non è una regola stradale. Forse affidarci a risposte più sfumate non significa andare incontro a conclusioni errate, ma a un giudizio meno approssimativo. |
In conclusione siamo dentro fino al collo nell’era delle comunicazioni istantanee, stiamo diventando tutti navigatori-esploratori del multimediale. |
Vincenzo Andraous
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