Le fonti rinnovabili
Pubblicato il 31-08-2009
Oggi, 16 febbraio ’05 entra in vigore il Protocollo di Kyoto, il documento che impegna 140 Paesi a ridurre le emissioni dei gas ritenuti responsabili del surriscaldamento del pianeta.
Sempre più è percepito come inevitabile aumentare lo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili. I motivi sono principalmente due: la tutela dell’ambiente e il “picco del petrolio”; più un terzo, meno noto, ma non meno reale: la necessità di decentralizzare la produzione elettrica. Qual è la situazione in Italia? L’ambiente |
Il “picco del petrolio”
La decentralizzazione elettrica Il “caso Italia” |
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Una classifica (scheda graduatoria – ndr.) nella quale almeno 7 dei 10 Paesi che superavano il nostro sono molto meno soleggiati e molto più autonomi per l’energia. Ancor più deprimente la posizione dell’Italia per incremento FV 2002-2003; che è stato solo del 18,4% e inferiore a quelli di: Olanda 73.1%, Austria 63,1%, Gran Bretagna 42,8%, Germania 39,2%, Spagna 36,0%, Giappone 34,8%, Portogallo 25.0%, USA 23,7%, Danimarca 20,7%. Mentre scrivo, la radio annuncia che la bolletta energetica italiana risulterà aumentata nel 2004 di 2 miliardi di euro rispetto al 2003, arrivando così a 28,8 miliardi (4,8 in più della Legge Finanziaria). E sui quotidiani ci sono, fra le tante, due notizie: che Bin Laden ha esortato i suoi ad attaccare pozzi, oleodotti e raffinerie, in modo da far arrivare il petrolio a 100 $ il barile e così soffocare l’Occidente e che, inoltre, le indagini sul “caso Enipower” hanno fatto scoprire che metà di una mazzetta da 2,5 milioni di dollari su petrolio libico fu suddivisa fra due funzionari Agip, azienda fin qui non ancora toccata dall’inchiesta della Procura di Milano. “Il petrolio sporca” diceva già negli anni ’40 mio padre (classe 1877). |