NAIROBI: un anziano negli slums

Pubblicato il 31-08-2009

di bruno


Il rispetto per gli anziani è sempre stata una caratteristica delle popolazioni africane. Fino a quando la povertà non ha cominciato a disgregare le famiglie.

di Renato “Kizito” Sesana
 Robert Otieno é il guardiano notturno di Kivuli. Ha poco meno di sessant'anni, e lavora dalle 10 di sera alle sei di mattino. Gira per il nostro cortile, si assicura che le auto, il bus che usiamo per i trasferimenti dei bambini, il camion della cooperativa di raccolta di rifiuti siano ben chiusi, che nessuno la notte cerchi di entrare e rubare dalla scuola di computer, o dai laboratori di falegnameria, carpenteria metallica, meccanica auto.

Non é un gran lavoro, e capita spesso, rientrando tardi, di trovarlo addormentato nella guardiola che dovrebbe servire solo a proteggerlo dalla pioggia. Ma é un'attrazione per i nostri visitatori, soprattutto per i non africani, perché é un simpatico chiacchierone che ha sempre qualche storia del passato da raccontare, ed anche perché gira armato di lancia, arco e frecce ed ama dare dimostrazioni delle sue abilità. I guardiani privati non sono autorizzati dalla legge kenyana a portare armi da fuoco – non lo vorremmo neanche noi - ma lance e frecce sono permesse. A volte esagera, e ci é capitato di doverlo fermare perché, stimolato dagli ospiti, si preparava a cimentarsi in dimostrazioni alla Guglielmo Tell (il mitico arciere svizzero che col suo arco riusciva a colpire una mela posizionata sulla testa del figlio)…

Qualche settimana fa Robert non si é presentato al lavoro per un po’ di sere consecutive e quando siamo andati a cercarlo lo abbiamo trovato nella sua poverissima stanzetta d'affitto bloccato da dolori artritici. Abbiamo provveduto a farlo visitare da un bravo dottore e lo stiamo curando.

La situazione di Robert é emblematica dei cambiamenti che stanno avvenendo nella vita degli anziani in tutta l'Africa. Tradizionalmente l'anziano era rispettato, e figli e parenti provvedevano alle sue necessità materiali quando le forze gli mancavano. Le donne anziane, che avevano generato molti figli ed aiutato ad educare molti nipoti erano forse ancora più tenute in considerazione che non gli uomini. Il loro seno avvizzito era il simbolo di come avevano speso la vita per nutrire la vita degli
altri. In genere, più una persona invecchiava e più la sua importanza e ruolo sociale crescevano.

Gli anziani erano considerati capaci di interpretare la saggezza della tradizione, conoscevano le leggi e i riti, erano i custodi della cultura, incaricati di trasmetterla ai giovani. Il conseguente atteggiamento di rispetto é ancora molto vivo, verso tutti gli anziani, non solo quelli della stessa etnia. Anche a me capita spesso, quando la sera sono fermo a qualche posto di blocco mentre rientro a Kivuli, che il poliziotto, avvicinatosi e visti i miei capelli bianchi, non mi chieda neanche i documenti ma mi dica subito "scusami mzee, - letteralmente ‘anziano’ - vai pure" e con
un gesto deferente della mano mi inviti a riprendere il viaggio.

Oggi però nelle grandi baraccopoli che circondano Nairobi l'atteggiamento tende a cambiare. Nell'estrema povertà degli slums anche il mantenimento di un anziano diventa un peso.
Cosi é stato per Robert. La moglie gli é mancata pochi anni fa, le tre figlie e i due figli avevano già lasciato la casa paterna da tempo, disperdendosi negli altri slums di Nairobi, anche sulla costa. Ogni tanto Robert favoleggia di un figlio che ha fatto fortuna a Mombasa, é proprietario di un piccolo banco di frutta e verdura. Messo alle strette, ammette che non lo vede da anni, e non saprebbe neanche rintracciarlo. L'unica a rimanergli vicino per qualche tempo era stata la figlia minore, la quale però dopo aver messo al mondo due figli maschi anche lei se n'è andata chissà dove, un anno dopo la morte della moglie.

Così Robert, invece di una vecchiaia povera ma dignitosa, come avrebbe avuto nel villaggio di origine sulle rive del lago Vittoria, si é trovato a doversi mantenere e a mantenere due bambini piccoli, i quali appena cresciuti sono inevitabilmente finiti sulla strada, perché lui non riusciva a dar loro da mangiare regolarmente. È attraverso i due nipotini che noi siamo risaliti a lui, perché abbiamo trovato questi due ragazzini in strada tre anni fa, li abbiamo accolti a Kivuli e informandoci sulla loro provenienza abbiamo trovato il simpatico nonno e lo abbiamo assunto come guardiano notturno. Non perché ne avessimo una gran necessità, ma per dargli la possibilità di un lavoro dignitoso.

Gli anziani degli slums hanno non solo il problema del pane quotidiano, ma anche della solitudine, della mancanza di aiuto nelle malattie, della prospettiva di un futuro sempre meno dignitoso, fino ad una morte in povertà estrema o abbandono. Una vicina di casa di Robert, che lo aveva aiutato preparandogli un po’ di cibo nei giorni della malattia, quando noi siamo andati a cercarlo ha notato con sollievo “Meno male che ve ne occupate voi. A volte certi anziani restano abbandonati per giorni, non hanno soldi e aiuti per mangiare o per andare all'ospedale, e magari muoiono per una cosa da nulla”.

Robert ha ancora una costituzione forte e dovrebbe reagire bene alla medicine.
Speriamo che ancora per molti anni renda le nostre serate più allegre con i suoi racconti spacconi cosparsi di riflessioni e ammonimenti ai nostri ragazzini. Ma quanti altri Robert ci sono negli slums di Nairobi?

La speranza che le tradizioni migliori non vadano perse ce l'hanno data i suoi due nipotini, Francis e Dennis. “Nonno Robert – ci hanno detto – ha fatto tanto per noi e ci ha sempre voluto bene, più di ogni altro al mondo. Ci ha anche insegnato a pregare. Non lo lasceremo mai solo” . E ci hanno chiesto il permesso di stare con lui durante le vacanze, per poterlo aiutare sino a che starà meglio.

di Renato “Kizito” Sesana
da Nuovo Progetto gennaio 2006

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