Come paperino

Pubblicato il 08-06-2022

di Mauro Tabasso

Credo che Topolino (correggetemi se sbaglio) sia un giornale, un fumetto decisamente fuori moda. Disney Chanel oggi è più dedito a fantascienza, supereroi, fantasy e malefici che a topi, cani, gatti e paperi.
Io però con questi animali (veri e di carta) ci sono cresciuto, e le loro storie, anche se tremendamente datate, mi accompagnano ancora, e la loro ironia, il loro modo di vedere la vita è entrato a far parte del mio.

Mettiamo un attimo da parte Topolino, che in fondo non sta simpatico a nessuno, perfettino, fighetto, intelligente e saputello com’è (ma chi vuoi che ci si identifichi?). Paperino è la vera star di tutto il cast. Tutti ci siamo riconosciuti in lui almeno una volta, e se non l’abbiamo fatto vorremmo farlo.
Anche io vorrei collaudare i materassi della Paperflex. E poi, diciamolo, lui dorme di giorno perché di notte è impegnato a fare Paperinik, il mio supereroe preferito di sempre forever in the world.
La sua voglia di riscatto ci appartiene, come il suo volersi tenere quella carriola di Paperina che appena Gastone le fa gli occhi da acciuga gli cade tra le braccia; tutti ci ritroviamo nella sua bolletta scaduta e nell’ultimo avviso di mora ricevuto ieri. Nonostante tutto riesce ad allevare tre nipotini vispi, vivaci, belli, curiosi e intelligenti. Non è poco.

Poi prendiamo Zio Paperone, con il deposito pieno di tutti i suoi fantastilioni, intento a riciclare per la quarta volta la bustina di tè che Miss Paperett (la sua segretaria) ha incautamente gettato nell’umido. Due paperi che rappresentano una gran bella dicotomia. Chi vorrei essere? In chi mi ritrovo? Vorrei svegliarmi come Zio Paperone o come suo nipote?

Tra i due è di sicuro il secondo che fa sonni e sogni migliori.
L’avarastro è troppo preoccupato a non farsi derubare dai Bassotti e a fare le scarpe a Rockerduck. Dubito che di notte dorma bene con il suo spingardino carico tra le braccia, e che di giorno riesca a essere felice. Tolto per la sua nuotata quotidiana nei dollari, immagino che viva nell’ansia, nello stress, nel Gaviscon, proprio come molti di noi che siamo stressati e non nuotiamo nemmeno tra gli euro. Quindi la domanda è: posso essere felice come Paperino? Non so, ma c’è una cosa che mi sforzo di fare tutti i giorni, e mi fa sempre stare bene: ringraziare! Cerco di dire grazie per 5 minuti d’orologio al giorno, ma non col pensiero, ad alta voce. Ho un sacco di cose per cui dire grazie.
Ora sto ascoltando la Sinfonia n. 9 Dal nuovo mondo di Dvorak, e ringrazio per questo sublime dono fatto all’umanità. Come dicono i mental coach (oggi sono tutti teste di coach…), la gratitudine è un atteggiamento mentale (mindset) altamente potenziante, perché ti fa capire che sono tanti i doni che hai ricevuto e che potresti fare anche a te stesso, e questo ti pone in una condizione superiore a quella che pensi di avere.
Ringraziare, dunque, per stare meglio, ma anche perché è giusto, perché, anche se siamo nel guano, abbiamo tutti qualcosa o qualcuno a cui essere grati, attendendo con fiducia il nuovo mondo che la musica di cui sopra decanta così bene.


Mauro Tabasso
NP febbraio 2022

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