Trent'anni fa

Pubblicato il 18-08-2023

di Mauro Tabasso

Proprio in questi giorni, 30 anni fa, dopo un grave incidente d’auto, presi la decisione di dare le dimissioni dal lavoro che stavo svolgendo. Ero un commerciale da circa otto anni, ed era un lavoro che mi dava una soddisfazione (ahimè) solo economica. Nell’intimo soffrivo, perché in fondo al cuore sentivo bene che non era la mia strada.

Stavo assecondando il sogno di qualcun altro. In quei giorni decisi di lasciare una via sicura e remunerativa per misurarmi a tempo pieno con la musica, e per farne la mia unica professione, non un secondo lavoro, non un hobby utile ad arrotondare.
Dovevo capire a qualsiasi costo se ne sarei stato davvero in grado, se sarei riuscito con la mia passione a mantenere la mia famiglia, a pagare le bollette, il mutuo della casa, la scuola dei figli che sarebbero arrivati. Insomma, dovevo capire chi ero veramente, e di cosa ero capace (ammesso che lo fossi). La decisione di cambiare mi fece terra bruciata intorno. Mi sostennero solo mia sorella Rosanna, Ernesto Olivero, mia moglie (eravamo sposati da poco più di un anno) e pochissimi amici che potevo contare sulle dita di una mano (avanzandone…).
Ho passato buona parte della vita a lavorare di giorno, studiare di notte, dormendo 3-4, per 50 settimane l’anno, per circa 20 anni. Quando sono partito temevo di non farcela, ma lo speravo e lo volevo con tutto me stesso. La prima volta che sono stato chiamato a lavorare a certi livelli (mi pare sia stato nel 1998) non mi pareva possibile; mi dissi: “Beh, è la fortuna del principiante”.
La seconda volta: “Boh, è un caso…”. La terza volta: “Mah… Ero solo la persona giusta al posto giusto nel momento giusto”. Dalla quarta volta in poi ho dovuto ammettere a me stesso (e con immensa incredulità, poiché l’autostima non è mai stata il mio forte…) che forse era anche un po’ merito mio, e che non c’entravano più tanto la fortuna, il fato, il caso, il destino.

Capii così di essere sulla strada giusta, e che stavo facendo ciò per cui sentivo di esser nato. Col tempo ho recuperato tutti i rapporti (in primis quello con mio padre) e ne ho tessuti molti altri meravigliosi. Sono immensamente grato alla vita per i miei ultimi 30 anni e per quelli che ancora verranno. Sono felice per gli errori che ho fatto che mi hanno insegnato molto più dei successi. Sono riconoscente verso le persone che ho incontrato, verso tutti i grandissimi maestri che ho avuto, verso tutti gli amici che mi hanno accompagnato, corretto fraternamente e sostenuto, e verso la mia famiglia.

Nel mio ufficio ho appeso una serie di fotografie che mi ritraggono con musicisti veri, importanti. Non sono dei trofei.
Servono a ricordarmi ogni giorno quanto è stato importante per me inseguire un sogno, e che se l’ho fatto io che ero scarso, timido, impacciato, grassottello, insicuro, con la erre difettosa… Beh lo può fare davvero chiunque, ottenendo risultati anche migliori dei miei. Pochi anni dopo la mia decisione sarebbe nato il Laboratorio del Suono, ma questa è un’altra storia…
 

Mauro Tabasso
NP maggio 2023

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