Eserciti privati

Pubblicato il 12-10-2023

di Renato Bonomo

Il recente tentativo di marcia su Mosca come occasione per riflettere sul rapporto tra forza e politica

«A 19 anni, di mia iniziativa e con spesa privata, misi insieme un esercito, con il quale restituii alla libertà la Repubblica [di Roma] oppressa dalla dominazione di una fazione. Per questo motivo […], il Senato mi incluse nel suo ordine per decreto onorifico, dandomi assieme il rango consolare e l'imperium militare. La Repubblica mi ordinò di provvedere […] che nessuno potesse portare danno. Nello stesso anno il popolo romano mi elesse console e triumviro per riordinare la Repubblica […]».

«Mandai in esilio quelli che trucidarono mio padre punendo il loro delitto con procedimenti legali; e, muovendo poi essi guerra alla repubblica, li vinsi due volte in battaglia».

Così iniziano le Res Gestae, in cui Ottaviano Augusto racconta gli inizi della sua rincorsa al potere. Dopo la morte di Cesare nel 44 a.C. e la successiva adozione, Ottaviano ricevette i tre quarti dell’eredità di Cesare che utilizzò per allestire un esercito personale, da utilizzare nella nuova fase di guerre civili. Ufficialmente per difendere la repubblica da usurpatori e traditori, in realtà per conquistare il potere e stravolgere (nella sostanza ma non nella forma) la res publica romana.

I casi di eserciti privati non sono affatto rari nel passato, anzi… uno dei tratti caratteristici della modernità in occidente è proprio il passaggio dalle milizie “private” dei vari duchi, marchesi e conti medievali a eserciti unitari alle esclusive dipendenze dei monarchi europei. Tra Ottocento e Novecento, gli eserciti assunsero specifici caratteri nazionali, fondandosi sempre di più sulla leva obbligatoria. Erano, cioè, le “forze armate dello Stato”, teoricamente fedeli al potere costituito e al di sopra di ogni interesse e fine particolare.

Quando allora, nella storia più recente, assistiamo allo sviluppo di milizie private o di parte non c’è da stare tranquilli. Pensiamo solo, per rimanere legati alla nostra storia patria, alle squadracce fasciste che, con la loro violenza, hanno violato il monopolio della forza da parte dello Stato, facendo prevalere la visione autoritaria sullo stato liberale. Oppure, al recentissimo caso del gruppo Wagner che, nella notte tra il 23 e il 24 giugno scorso, ha messo in scena una pseudo marcia su Mosca (anche sul tema delle marce ci sarebbe molto da scrivere) che è abortita dopo poche ore dalla partenza a 200 km dalla capitale. A oggi rimangono oscuri i motivi e gli sviluppi: un golpe contro Putin? Il tentativo di fare pressione sul ministero della difesa? Qual è stato il ruolo della Bielorussia? Il capo della Wagner, Evgenij Prigožin, accolto come un eroe a Rostov, prima sparisce, poi ricompare prima in Bielorussia e poi a San Pietroburgo. Avremo modo di capire meglio che cosa è effettivamente successo.

Di sicuro formazioni paramilitari come il gruppo Wagner (il riferimento al compositore tedesco rivela certe simpatie di estrema destra degli aderenti) rappresentano un fattore di enorme instabilità interna e internazionale. Vale la pena ricordare come questa compagnia mercenaria sia cresciuta esponenzialmente in questi anni combattendo in Siria, Repubblica Centroafricana (addirittura ha compiti di guardia personale del presidente), Sudan, Libia, Madagascar, Venezuela, Mozambico, Mali (per citarne solo alcuni). Tutti scenari in cui i miliziani si sono fatti conoscere per la loro crudeltà, fomentando scontri e sostenendo golpe come è recentemente successo in Niger. La recente invasione russa dell’Ucraina ha visto un assoluto e negativo protagonismo della Wagner, sia in termini numerici (anche per il reclutamento di criminali e prigionieri comuni), sia per la sua capacità di proporsi mediaticamente. Protagonismo che ha portato allo scontro con i vertici militari e politici, timorosi di un’eccessiva autonomia del gruppo. Per ora sembra aver vinto Putin, ma la fallita marcia rivela una situazione politica preoccupante che rischia di scivolare sempre di più nella spirale della violenza.

Renato Bonomo

NP Agosto Settembre 2023

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