Nessuno tocchi Sanremo

Pubblicato il 12-06-2023

di Michelangelo Dotta

Bisogna ritornare indietro di quasi 30 anni per ritrovare ascolti pari a quelli dell’ultima edizione di Sanremo, share alle stelle, milioni di italiani incollati davanti alla tv per 5 sere di fila, platea internazionale collegata ininterrottamente alla manifestazione canora forse più famosa al mondo. Questa particolare vetrina dell’Italia nazional-popolare tirata a lucido è da sempre uno dei prodotti di punta della Rai ed è anche lo specchio mediatico che fedelmente riflette l’immagine della nostra nazione in tutte le sue sfaccettature.

A Sanremo coesistono canto e moda, ironia e serietà, rabbia e gioia, creatività e kitsch estremo, trasgressione e tradizione, astuzie e ingenuità, buonismo e gossip… tutto in un’unica soluzione ad alta concentrazione che l’ottimo deus ex machina Amadeus, distribuisce con sapiente dosaggio a una platea fervente e appassionata. A un simile spiegamento di forze ad alto potenziale, la politica non può rimanere indifferente e, affascinata da un pubblico trasversale così massicciamente fedele, cerca in tutti i modi di mostrare il suo volto, appiccicare etichette, riconoscere ideologie nascoste o addirittura mettere in discussione l’intero carrozzone festivaliero perché troppo di parte.

Tutti contro tutti come al solito nel nostro Bel Paese per poi brindare all’unisono allo strabiliante successo attribuendosene a turno i meriti, un catodico gioco delle parti dove gli opposti convivono senza farsi troppo male con la scintillante benedizione della rete più generalista della Rai.

Ma quest’anno, proprio in chiusura, a rovinare la festa sul più bello, una notizia è trapelata dagli assessorati sanremesi; il contratto di esclusiva del festival scadrà a fine 2023 e sul tavolo degli addetti è arrivata la proposta di gestione dell’intera manifestazione da parte di una cordata di misteriosi imprenditori indipendenti… sgomento, tragedia, profanazione del tempio, shock generale per la politica e milioni di telespettatori.

D’improvviso, in un nuovo mondo iperconnesso H24, ma apparentemente sempre meno attratto dalla programmazione televisiva di Stato, una massa eterogenea di ascoltatori si è sentita minacciata nelle proprie abitudini e nei riti collettivi che affondano le radici in tempi lontani.

La Rai e Sanremo sono un binomio inscindibile, sono nati e cresciuti insieme a noi, una delle rare certezze del nostro Paese che, nella leggerezza, è riuscita a costruirsi una solida credibilità, da noi merce davvero rara. Siamo docili e disponibili, elettori superficiali pronti a votare chi urla più forte, accettiamo senza far troppo rumore compromessi e voltafaccia clamorosi, digeriamo i politici più indigesti… ma se ci toccano il festival…

Michelagelo Dotta

NP Marzo 2023

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